Il 17 agosto ad Al Suwayda, nel sud della Siria, ci sono state delle proteste contro la crisi economica. Da tre anni la zona, controllata dal regime, è uno dei principali luoghi in cui la popolazione denuncia il peggioramento delle condizioni di vita. La contestazione, proseguita p er giorni anche a Daraa, è cominciata dopo che il governo aveva eliminato le sovvenzioni sul carburante. A guidarla è un gruppo chiamato Movimento del 10 agosto. Secondo il sito Al Modon, questo gruppo è diverso da quelli legati alla rivoluzione del 2011 o all’opposizione in esilio, perché è nato nelle regioni tradizionalmente favorevoli al regime.
Un movimento diverso
I social network al bando
La Somalia ha ordinato ai fornitori di servizi internet di bloccare l’accesso a TikTok, Telegram e al sito di scommesse 1XBet per limitare la circolazione di contenuti raccapriccianti e di messaggi propagandistici del gruppo terroristico Al Shabaab, scrive Al Jazeera. Il presidente Hassan Sheikh Mohamud aveva fatto sapere poco prima di voler eliminare l’organizzazione entro cinque mesi.
Proposte inaccettabili
Una delegazione della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale ( Cédéao) è andata il 19 agosto a Niamey, la capitale del Niger, dove ha potuto incontrare il presidente deposto Mohamed Bazoum ( nella foto, secondo da destra ), che dal 26 luglio è prigioniero dei militari golpisti insieme alla moglie e al figlio. Lo stesso giorno il capo della giunta, il generale Omar Tchiani, ha annunciato una transizione di tre anni, avvertendo i paesi della regione che il suo paese si difenderà da un eventuale intervento militare. Un portavoce della Cédéao ha fatto sapere che il piano di Tchiani è inaccettabile, scrive The East African.
Consenso sul candidato
Il Gabon si prepara alle elezioni presidenziali, legislative e amministrative del 26 agosto. A una settimana dal voto, l’opposizione riunita intorno alla coalizione Alternance 2023 ha compiuto un passo importante designando un unico candidato: l’economista Albert Ondo Ossa. “È deciso”, titola il settimanale Echos du Nord. Ex ministro, Ossa è stato scelto per ostacolare la rielezione del presidente Ali Bongo Ondimba, al potere dal 2009. La famiglia Bongo governa il paese dal 1967. Secondo il quotidiano burkinabé Le Pays, per l’opposizione l’unica speranza è assicurarsi che le elezioni siano il più possibile trasparenti: “È una sfida importante, che bisogna accettare per evitare un voto rubato. Perché, come succede in molti paesi africani, non si organizzano le elezioni per perderle. Questo è vero soprattutto nel Gabon della dinastia Bongo”. ◆
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