Il 3 dicembre il governo socialista del presidente Nicolás Maduro ha vinto il referendum consultivo sull’annessione al Venezuela dell’Esequibo, una regione amministrata dalla vicina Guyana, grande circa 160mila chilometri quadrati, ricca di minerali e petrolio e rivendicata da Caracas dalla fine dell’ottocento. Maduro ha definito il risultato “una vittoria straordinaria”, senza specificare quali saranno i prossimi passi. Dopo la chiusura dei seggi, il Consiglio nazionale elettorale ha reso noto che il sì ha ricevuto 10,5 milioni di voti su un totale di venti milioni di persone chiamate alle urne, scrive l’Afp. Sul social network X (ex Twitter) Henrique Capriles, due volte candidato dell’opposizione alle elezioni presidenziali, ha parlato invece di poco più di due milioni di elettori, che potevano esprimersi su cinque quesiti. Anche se il risultato della consultazione non è vincolante per il diritto internazionale, molti esperti temono un intensificarsi delle tensioni tra i due paesi. Allo stesso tempo considerano bassa la probabilità che il Venezuela invada militarmente la regione. Il presidente guyanese, Irfaan Ali, il 3 dicembre ha rassicurato i suoi cittadini affermando che il governo “sta lavorando ventiquattr’ore su ventiquattro affinché i confini restino intatti”. Poi ha aggiunto che “la prima linea di difesa è la diplomazia e siamo in una posizione forte”. Il referendum voluto da Caracas non avrà conseguenze a breve termine, ma per molti analisti è servito a Maduro per lanciare la sua campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2024. ◆
Si vive troppo poco
“Nel 2022 l’aspettativa di vita negli Stati Uniti è aumentata di un anno, ma è lontana dal livello precedente alla pandemia”, scrive l’Associated Press. Secondo le autorità sanitarie, il nuovo dato è dovuto alla fine dell’emergenza legata al covid-19. Negli Stati Uniti l’aspettativa di vita, un parametro importante per misurare lo stato di salute delle popolazione, è di 77 anni e sei mesi. Il numero preoccupa gli esperti, perché è identico a quello di vent’anni fa ed è più basso rispetto a quello di altri paesi sviluppati.
George Santos espulso
Il 1 dicembre 2023 la camera dei rappresentati degli Stati Uniti ha votato per estromettere il deputato repubblicano George Santos, accusato di alcuni reati tra cui frode, riciclaggio di denaro, sottrazione di fondi pubblici e dichiarazioni false. Secondo la legge statunitense, per espellere un deputato servono i voti di almeno due terzi della camera. “È successo solo sei volte nella storia degli Stati Uniti”, scrive Time. Santos è stato eletto nel novembre 2022. Subito dopo una serie d’inchieste giornalistiche aveva dimostrato che il politico aveva mentito su vari aspetti della sua vita.
La strategia di Bukele
“Mettendo in scena uno spettacolo già annunciato, il 28 novembre il presidente Nayib Bukele (nella foto) ha chiesto al parlamento del Salvador una licenza di sei mesi per potersi dedicare alla campagna elettorale per le presidenziali del febbraio 2024”, scrive Bbc mundo. Al suo posto è stata nominata la segretaria privata alla presidenza, Claudia Juana Rodríguez de Guevara. Con la sospensione di sei mesi, Bukele dice di aver superato l’ultimo scoglio legale per candidarsi a un secondo mandato presidenziale consecutivo, anche se la costituzione del paese lo vieta. Bukele è molto popolare soprattutto per la sua politica di repressione contro le bande criminali, che ha portato però ad arresti arbitrari e a violazioni dei diritti umani.
Ecuador Alla fine di novembre un tribunale ha emesso una storica sentenza che restituisce più di 40mila ettari di terra ai sakiopai. Questo popolo amazzonico viveva nella regione al confine con il Perù, ma era stato cacciato nel 1941 in seguito al conflitto tra i due paesi. La decisione del tribunale è considerata storica perché per la prima volta si riconosce a una popolazione nativa il diritto di tornare sulla sua terra ancestrale, anche se si trova in un’area naturale protetta. Potrebbe essere un precedente importante anche per altri popoli che reclamano le loro terre.
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