Il 6 dicembre Alberto Fujimori, che ha governato in modo autoritario dal 1990 al 2000, è stato scarcerato in seguito a una sentenza del tribunale costituzionale. Fujimori, 85 anni, era stato condannato a 25 anni di carcere per corruzione e violazione dei diritti umani. Ojo Público sottolinea che la sentenza viola una disposizione specifica della Corte interamericana dei diritti umani, con sede in Costa Rica.
Fujimori libero
Il piano di Lula per chi è in strada
Il problema di chi non ha una casa e vive per strada nelle città non è una novità per il paese sudamericano. Ma in dieci anni il numero di persone senza fissa dimora è decuplicato, passando da 22mila nel 2013 a 227mila nel 2023. Sono i dati resi pubblici dall’Ipea, un organo del governo brasiliano che si occupa di analisi economiche. Per far fronte alla situazione, scrive Carta Capital, il governo del presidente Lula da Silva l’11 dicembre ha annunciato il piano Ruas visíveis con un investimento iniziale di 982 milioni di real (184 milioni di euro). Il leader brasiliano ha detto che la colpa della situazione è dello stato. La metà dei soldi sarà impiegata per l’alimentazione, aiutando gli stati e i municipi che gestiscono le mense popolari. Verranno formati inoltre almeno cinquemila professionisti della sanità per lavorare nelle strade.
Il Texas contro Kate Cox
Il 9 dicembre 2023 la corte suprema del Texas ha annullato una sentenza che autorizzava Kate Cox, 31 anni, ad abortire. “Incinta di 21 settimane, Cox ha saputo che il feto è affetto da trisomia 18, un’anomalia cromosomica associata a gravi malformazioni”, scrive il Texas Observer. Secondo il medico di Cox, la gravidanza mette a rischio anche la salute della donna. Cox è andata ad abortire in un altro stato. In Texas l’interruzione di gravidanza è proibita anche in caso di strupro e incesto. L’unica eccezione è prevista in caso di pericolo di morte o di grave disabilità per la gestante.
Università sotto attacco
La camera degli Stati Uniti, controllata dai repubblicani, ha aperto un’indagine su alcuni atenei accusati di non fare abbastanza per arginare l’antisemitismo, aumentato dopo l’attacco di Hamas contro Israele e i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza.
Tre rettrici – Claudine Gay di Harvard, Elizabeth Magill dell’università della Pennsylvania e Sally Kornbluth del Massachusetts institute of technology – sono state interrogate da una commissione della camera. “La destra e i donatori degli atenei le hanno accusate di non aver condannato in modo abbastanza deciso, nelle loro testimonianze, gli episodi di antisemitismo,
e hanno chiesto le loro dimissioni”, scrive l’Atlantic. Magill ha lasciato l’incarico, mentre Gay e Kornbluth hanno conservato il loro posto. Chi difende le rettrici sostiene che le università non dovrebbero piegarsi alle pressioni dei politici
e dei donatori. ◆
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