In India la diarrea è una delle principali cause di mortalità infantile. Nonostante esista una terapia orale salvavita a basso costo – una bustina di glucosio e sali da sciogliere in acqua per reidratare l’organismo – spesso gli operatori sanitari non la prescrivono, perché pensano che i pazienti e le loro famiglie non la considerano efficace. In un esperimento condotto negli stati del Karnataka e del Bihar, degli attori si sono rivolti a 2.282 medici e farmacisti fingendosi genitori di bambini affetti da diarrea. Quando i genitori non hanno espresso preferenze la terapia orale è stata prescritta nel 28 per cento dei casi, mentre quando i familiari la menzionavano come possibile cura il dato è salito al 55 per cento. Un sondaggio ha evidenziato che il 48 per cento degli operatori sanitari ritiene che la reidratazione sia il trattamento migliore per la diarrea, ma solo il 16 per cento lo spiega ai pazienti e solo il 18 per cento crede che il paziente sceglierebbe questa terapia. Secondo Science servono misure per cambiare la percezione dei medici e dei cittadini.
La cura negata
L’inquinamento copre i fiori
Gli inquinanti possono danneggiare piante e animali in modo imprevisto. Per esempio, possono ridurre la capacità degli insetti di percepire il profumo dei fiori, e quindi di trovarli e impollinarli. “Gli inquinanti chimici non solo minacciano la sopravvivenza e la riproduzione degli animali, ma possono anche alterare i loro sensi, modificando il comportamento e le interazioni con altre specie”, scrive Science. In uno studio i ricercatori hanno esaminato il rapporto tra una pianta del deserto e una falena. Quando la concentrazione di ozono e nitrati nell’aria è maggiore, le falene hanno più difficoltà a trovare i fiori della pianta. L’effetto dei nitrati è più forte di quello dell’ozono. Si pensa che i nitrati degradino le molecole responsabili del profumo dei fiori. Le falene non riescono a trovare le piante e quindi riducono l’attività di impollinazione. Di conseguenza le piante producono meno frutti e hanno maggiori difficoltà a riprodursi. Una situazione simile potrebbe verificarsi in molte zone urbane. Sostanze inquinanti come i nitrati potrebbero quindi avere effetti sull’impollinazione in tutto il mondo. ◆
Leggere tra le ceneri
Sono stati decifrati per la prima volta alcuni scritti trovati su un rotolo carbonizzato proveniente da Ercolano, la città distrutta insieme a Pompei da un’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo, scrive Nature. La ricostruzione dei testi, scritti in greco e contenenti riflessioni filosofiche sul tema del piacere, è stata possibile grazie a tecniche di intelligenza artificiale sviluppate dai partecipanti a una competizione internazionale, il Vesuvius challenge.
Un tesoro sommerso
A Cabrières, nel sud della Francia, è stato analizzato un sito ricco di fossili molto antichi. Secondo Nature Ecology and Evolution i fossili risalgono a circa 470 milioni di anni fa e appartengono ad animali marini (nell’immagine una ricostruzione). Sono ben rappresentati soprattutto gli artropodi, il gruppo a cui appartengono gli insetti. In alcuni casi si sono conservate tracce di tessuti molli, un evento molto raro. In origine il sito si trovava vicino al polo sud.
Nuovo record per la fusione
Il reattore sperimentale Jet, nel Regno Unito, ha stabilito un nuovo record mondiale per l’energia generata dalla fusione nucleare: 69 megajoule in cinque secondi con soli 0,2 milligrammi di una miscela di deuterio e trizio. Il precedente record era stato raggiunto nel 2022 dallo stesso reattore, scrive il Guardian. Jet è arrivato a fine corsa: d’ora in poi le attività di ricerca di Eurofusion, un consorzio di 28 paesi europei impegnato nello sviluppo della fusione nucleare, si svolgeranno nel reattore Iter, in Francia.
Fisica I mirtilli (nella foto) appaiono blu, come le prugne e le bacche di ginepro, ma in realtà la loro buccia ha un pigmento rosso scuro. Secondo uno studio pubblicato su Science Advances l’aspetto delle bacche è dovuto a uno strato sottile di cera che riflette la luce blu e gli ultravioletti. Lo studio potrebbe essere utile per creare nuovi rivestimenti.
Astronomia La superficie ghiacciata di Mimas, una delle lune di Saturno, potrebbe nascondere un oceano liquido, che si sarebbe formato appena 25 milioni di anni fa. L’ipotesi è stata formulata a partire dai dati raccolti dalla sonda Cassini. Anche su altre lune di Saturno potrebbero esistere degli oceani.
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