“Il 12 aprile, dopo poco più di un mese dalle dimissioni del premier Ariel Henry, il suo governo ha finalmente pubblicato un decreto che autorizza la creazione del consiglio presidenziale di transizione”, scrive il quotidiano haitiano Le Nouvelliste. È un primo passo per riportare la sicurezza nel paese, che oggi è in larga parte controllato dalle bande criminali. Ma restano ancora molte questioni senza risposta, sottolinea la Reuters. Per esempio non si conoscono ancora i nomi di chi farà parte del consiglio né i tempi per il suo insediamento e per la nomina del successore di Henry.
Un primo passo
Maduro tende la mano a Boric
Il 15 aprile il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha proposto al leader cileno Gabriel Boric un confronto diretto per discutere come combattere la criminalità organizzata internazionale. Boric si è detto disponibile al dialogo. “La proposta è arrivata dopo che il ministro degli esteri venezuelano Yvan Gil ha negato l’esistenza dell’organizzazione criminale Tren de Aragua, nata in Venezuela e attiva nella regione”, scrive l’Afp.
La parola ai giurati
Il 15 aprile è cominciato a New York il primo dei quattro processi penali in cui è coinvolto Donald Trump. “È un momento storico, non solo perché è la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti finisce sul banco degli imputati, ma anche perché il processo si svolgerà durante la campagna elettorale per le presidenziali, in cui Trump è candidato”, scrive il Washington Post. L’accusa riguarda un pagamento di 130mila dollari che Trump avrebbe fatto nel 2016, tramite il suo avvocato Michael Cohen, all’attrice di film porno Stormy Daniels per convincerla a non parlare di un rapporto sessuale tra i due avvenuto dieci anni prima. Secondo la procura Cohen decise di pagare direttamente dal suo conto bancario e un anno dopo Trump gli rimborsò la somma. Ma per nascondere la vera ragione del pagamento lo registrò come una consulenza legale, che in realtà non c’era mai stata. In questo modo avrebbe commesso una frode. In caso di condanna, Trump rischia fino a quattro anni di carcere. “Tra tutti i processi che Trump deve affrontare, quello di New York sembra il più debole dal punto di vista dell’accusa, e anche quello in cui i capi d’imputazione sono meno gravi”. Negli altri processi, che non cominceranno prima delle elezioni di novembre, l’ex presidente è accusato di aver cercato di sovvertire l’esito delle elezioni del 2020 per restare al potere e di aver portato documenti riservati nella sua residenza privata dopo aver lasciato la Casa Bianca. Sarà una giuria popolare, formata da dodici cittadini di Manhattan, a decidere se Trump è colpevole o innocente. La selezione dei giurati sarà una fase particolarmente delicata – visto che Trump è una figura che divide l’opinione pubblica – e potrebbe richiedere settimane. ◆
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