Mentre Bogotá, la capitale della Colombia, è alle prese con una grave crisi idrica, un nuovo meme ha cominciato a circolare sui social. È un’immagine in cui C. Montgomery Burns, il cattivo della serie animata I Simpson, si presenta a una porta con un mazzo di rose rosse e una scatola di cioccolatini a forma di cuore. Sorridendo, dice: “Ho visto che il tuo turno di razionamento dell’acqua è diverso dal mio”.
Il meme riflette l’umorismo nero dei bogotanos, gli abitanti della capitale, dopo l’annuncio l’8 aprile di un razionamento idrico. La crisi, alimentata dal fenomeno climatico del Niño, ha portato al minimo storico il livello dell’acqua nei bacini. Il razionamento è entrato in vigore l’11 aprile. Bogotá e decine di centri abitati circostanti sono stati raggruppati in nove zone diverse e in ciascuna la fornitura idrica sarà interrotta per ventiquattr’ore, a rotazione, ogni dieci giorni. La misura coinvolge circa nove milioni di persone.
Le autorità hanno garantito che scuole e ospedali saranno esclusi dal provvedimento.
Come suggerisce il meme dei Simpson, alcuni residenti si chiedono se saranno costretti a intensificare i contatti con conoscenti che vivono in altre aree della città per usufruire dell’acqua potabile. Il piano d’emergenza è stato introdotto dal governo del presidente Gustavo Petro e dal sindaco Carlos Fernando Galán perché il sistema di Chingaza, che fornisce il 70 per cento dell’acqua potabile di Bogotá, è in una situazione critica.
“Oggi in città non possiamo sprecare neanche una goccia d’acqua”, ha dichiarato il sindaco in conferenza stampa. “Il razionamento ci permetterà di ridurre le limitazioni o eliminarle più rapidamente”. Galán ha anche chiesto di “adottare un nuovo approccio sostenibile a lungo termine e in grado di garantire acqua a sufficienza per tutti”. Infine ha sottolineato che la capacità di alcuni bacini è scesa del 20 per cento rispetto a quella delle medie storiche in questo periodo dell’anno.
Tutti d’accordo
Nelle metropoli latinoamericane le crisi idriche non sono una novità. Bogotá vive una situazione simile a quella di Città del Messico, che rischia di terminare le riserve d’acqua per gli effetti del cambiamento climatico, del Niño, della posizione geografica e della rapida urbanizzazione.
Tuttavia è la prima volta nella storia recente che l’amministrazione della città colombiana è costretta a razionare l’acqua. Situata su un altopiano a più di 2.600 metri sul livello del mare, Bogotá è una delle capitali più in quota del mondo. A est del centro abitato ci sono le vette delle Ande, mentre a ovest si trova una lussureggiante vallata in cui scorre il Magdalena, uno dei fiumi più grandi del paese e una fonte d’acqua indispensabile.
L’umidità delle foreste tropicali lungo il Magdalena si innalza e si scontra con le temperature fredde, generando pioggia che, come sanno bene tutti i bogotanos, è molto frequente in città ed è una risorsa importante per l’approvvigionamento idrico.
“La maggior parte delle città del mondo dipende dalle falde acquifere per l’approvvigionamento. Bogotá è diversa, perché la nostra fornitura proviene dalle acque di superficie come le sorgenti, più legate alla pioggia”, spiega Armando Sarmiento, professore di ecologia all’università Javeriana della capitale. Questo rende la capitale colombiana particolarmente vulnerabile alle siccità, aggiunge Sarmiento. Dal 2023 la città sta attraversando lunghi periodi di secca a causa dell’impatto del Niño, un fenomeno climatico naturale che si origina nell’oceano Pacifico all’altezza dell’equatore e influenza il clima in tutto il mondo. In Colombia ha provocato un aumento delle temperature e una diminuzione delle precipitazioni.
In un paese politicamente diviso, la necessità di affrontare le conseguenze del Niño mette d’accordo tutti. A gennaio il governo ha stanziato maggiori risorse per contrastare gli effetti della situazione attuale, tra carenze d’acqua e incendi boschivi. I piani per il razionamento dell’acqua a Bogotá sono stati sostenuti dal presidente Petro nonostante il suo rapporto conflittuale con il sindaco della città.
Prepararsi meglio
Il 9 aprile il difensore civico della Colombia, un’autorità che difende i diritti umani e civili, ha dichiarato in un comunicato che una fornitura idrica affidabile a lungo termine è un diritto umano fondamentale. A febbraio il ministero dell’ambiente aveva lanciato una campagna con l’hashtag #ElNinoNoEsUnJuego, El Niño non è un gioco, per spingere i colombiani a non sottovalutare la crisi.
Mentre il riscaldamento globale rende più intense e frequenti condizioni climatiche estreme come le ondate di calore e la siccità, gli esperti sottolineano che l’impatto sui sistemi idrici metropolitani aumenterà. La ministra dell’ambiente Susana Muhamad ha invitato le autorità cittadine a preparare piani a lungo termine per contrastare il calo della fornitura idrica. “Non possiamo più aspettarci che l’acqua arrivi come in passato se non rispettiamo il suo ciclo naturale e quello delle sorgenti”, ha detto, chiedendo la creazione di un’unità operativa per limitare l’espansione urbana di Bogotá verso le aree naturali.
Sarmiento ha sottolineato quanto sia difficile prevedere l’evoluzione del clima nei prossimi anni, invitando l’amministrazione cittadina e il governo a prepararsi meglio per le crisi future. “In momenti come questo tutti si concentrano sull’uso individuale, per esempio chiedendo alle persone di trascorrere meno tempo sotto la doccia”, spiega. Ma il problema è più vasto, soprattutto a Bogotá, una delle aree industriali più attive della Colombia. “Dobbiamo ripensare il modo di usare l’acqua della nostra società”. ◆as
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati