Agenti uccisi a Charlotte

Charlotte, 29 aprile (Nell Redmond, Ap/Lapresse)

Il 29 aprile quattro agenti delle forze dell’ordine sono stati uccisi e altri quattro sono stati feriti mentre eseguivano un mandato d’arresto a Charlotte, in North Carolina. I poliziotti erano sulle tracce di un uomo ricercato per possesso illegale di un’arma da fuoco. “C’è stato un confronto durato più di tre ore tra gli agenti e tre sospettati”, scrive il Charlotte Observer. Alla fine uno dei sospettati è morto, mentre gli altri due sono stati arrestati. È uno degli episodi più gravi tra quelli che hanno coinvolto le forze dell’ordine statunitensi negli ultimi anni.

La prima eutanasia

Ana Estrada, una donna affetta da polimiosite, una malattia autoimmune incurabile, è diventata la prima persona nella storia del Perù a morire facendo ricorso all’eutanasia. “Estrada ha lottato per anni nei tribunali per avere il diritto di scegliere di morire, diventando nota in un paese dove eutanasia e suicidio assistito sono illegali”, scrive El País. Nel 2022 la corte suprema le aveva riconosciuto il diritto di decidere quando porre fine alla sua vita.

Il diritto di vivere per strada

“Il dibattito su come le città degli Stati Uniti possono rispondere all’aumento del numero di senza tetto è arrivato alla corte suprema”, scrive il Los Angeles Times. “Nelle prossime settimane i giudici dovranno pronunciarsi su alcune leggi locali che prendono di mira queste persone”. Il caso nasce dal divieto di dormire all’aperto emanato nel 2019 dall’amministrazione di Grants Pass, una città di montagna dell’Oregon dove gli affitti sono in forte aumento. Debra Blake, una donna che aveva perso il lavoro ed era senza casa, era stata denunciata per campeggio abusivo. Dopo essere stata condannata e multata, si è unita ad altri residenti senza casa per fare causa alla città. Una corte d’appello ha stabilito che sanzionare le persone che dormono per strada quando mancano posti letto nei rifugi equivale a una punizione crudele.

Consiglio elettorale

Port-au-Prince, 26 aprile 2024 (Clarens Siffroy, Afp/Getty)

Ad Haiti si è dimesso il primo ministro Ariel Henry ed è entrato in carica un consiglio presidenziale di transizione composto da nove persone, che cercherà di stabilizzare la situazione nel paese. “Da mesi le bande criminali condizionano la vita pubblica e controllano l’80 per cento della capitale Port-au-Prince”, scrive la Bbc. “Henry, che si trova negli Stati Uniti, ha annunciato in una lettera le sue dimissioni”. Nei primi tre mesi del 2024 sono state uccise più di 1.500 persone. Le violenze sono cominciate a gennaio, quando Henry ha firmato un accordo per una missione di sicurezza sostenuta dalle Nazioni Unite che prevedeva l’arrivo di mille agenti di polizia keniani per contrastare le bande criminali. Da allora il primo ministro non è più rientrato ad Haiti. Il consiglio presidenziale, che ha il sostegno degli altri paesi caraibici e degli Stati Uniti, dovrà organizzare nuove elezioni. Il suo mandato scadrà nel febbraio 2026. ◆

Altro da questo numero
1561 - 3 maggio 2024
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Sostieni Internazionale
Vogliamo garantire un’informazione di qualità anche online. Con il tuo contributo potremo tenere il sito di Internazionale libero e accessibile a tutti.