La fattoria ottocentesca di Hubertus Berges, imprenditore agricolo di 54 anni e rappresentante di 3.400 agricoltori, si trova alla fine di una strada sterrata su cui le chiome degli alberi lasciano a malapena filtrare il sole di giugno. Ai tempi di suo padre, ormai anziano, nella stalla c’erano i cavalli, ora tra le travi di quercia vivono i pipistrelli. Qui nelle campagne della Bassa Sassonia, dove la sua famiglia vive da quattro secoli, le cose sono sempre andate al passo con i tempi. Ma oggi l’ondata di cambiamenti che Berges vede all’orizzonte gli sembra velocissima.
Ciò di cui gli agricoltori come lui si lamentano – nuove regole sull’uso dei concimi, limiti alle emissioni di azoto, più spazio negli allevamenti di maiali – possono essere riassunte con un’unica parola: la cosiddetta Energiewende, l’ambiziosa transizione della Germania verso un’economia sostenibile dal punto di vista climatico. Ma le critiche si concentrano soprattutto sul modo sconsiderato in cui secondo loro il governo tedesco sta mettendo in atto questi enormi cambiamenti.
La crisi del gas è risolta, l’inflazione è in calo, ma l’Afd continua a crescere
“Conosco persone che odiano davvero i Verdi”, dice Berges, presidente del sindacato degli agricoltori del distretto di Cloppenburg, in Bassa Sassonia. “Secondo loro il governo è ormai nelle mani degli ecologisti. Anche qui abbiamo avuto i cortei di trattori contro le misure ambientaliste. Ma l’Afd da noi non è un problema”, dice.
Non ancora. Da settimane gli elettori dei partiti tradizionali osservano con sgomento l’ascesa inarrestabile di Alternative für Deutschland (Afd, estrema destra) nei sondaggi nazionali. Gli ultimi mostrano il partito al secondo posto con il 20 per cento, il livello più alto mai raggiunto, e appena sopra i socialdemocratici (Spd), principale forza della coalizione che sostiene il governo di Olaf Scholz, di cui fanno parte anche i Verdi e il Partito liberaldemocratico. Un tedesco su cinque dice di voler votare l’Afd, che negli stati della Germania orientale è la principale forza politica già dal 2022 e oggi è sopra il trenta per cento. Il 25 giugno il partito ha ottenuto per la prima volta il controllo di un’amministrazione locale, vincendo le elezioni nel distretto di Sonneberg, in Turingia. Una settimana dopo ha eletto il suo primo sindaco a Raguhn-Jessnitz, in Sassonia-Anhalt.
Ma questa nuova ondata viene in gran parte dall’ovest. Un primo segnale è arrivato nel 2022 in Bassa Sassonia, uno stato rurale ricco di paesi, fattorie e campi. Nelle elezioni di ottobre l’Afd è passata improvvisamente dal 6 all’11 per cento. Non è un risultato paragonabile a quelli raggiunti negli stati orientali, ma il partito ha comunque raddoppiato la sua presenza. E nell’ovest del paese il numero degli elettori è 4,5 volte più grande che nell’est.
**Roccaforti nere **
L’Afd ha ottenuto risultati particolarmente positivi in regioni che sono sempre state roccaforti dell’Unione cristianodemocratica (Cdu), il partito dell’ex cancelliera Angela Merkel, ora all’opposizione. In passato in regioni come Cloppenburg, una circoscrizione elettorale agricola e cattolica nel cuore della Bassa Sassonia, la Cdu arrivava fino all’80 per cento. Ma alle elezioni del 2022 l’Afd ha quasi triplicato i suoi voti, passando dal 5 al 13 per cento, mentre la Cdu è scesa di 13 punti, fermandosi al 45 per cento.
“Io in realtà sono un noioso conservatore, ho sempre votato la Cdu”, dice Christoph Stegemann, 67 anni, imprenditore edile in pensione. “Non sono un estremista, ma al momento l’Afd è l’unico partito con cui mi trovo d’accordo. La Cdu sostiene le sanzioni contro la Russia, che stanno mandando a rotoli anche la nostra economia. Sostiene la fornitura di armi all’Ucraina, a cui sono contrario. Sul clima segue una linea che potrebbe essere definita ‘verde chiaro’. Sono d’accordo con l’Afd su clima, euro, Russia e integrazione. Gli estremisti ci sono in ogni partito e io non voglio averci niente a che fare, ma i mezzi d’informazione hanno trasformato l’Afd in una sorta di partito nazista”.
E le misure anticovid, contro cui l’Afd ha condotto una vera e propria crociata? “Sì, io ho speso molti soldi per pubblicare annunci sui giornali e ho perfino tappezzato il mio camion di slogan contro le vaccinazioni di massa. Avremmo dovuto fare come la Svezia: niente mascherine, niente isolamento. Posso mandarle molte informazioni al riguardo”.
Il successo dell’Afd suscita una grande domanda: si tratta solo di voto di protesta, che scomparirà una volta superato questo momento difficile? Del resto il partito ha sempre prosperato sulle crisi. Ha raggiunto il suo primo picco presentandosi come partito anti-immigrazione in risposta alla politica di accoglienza dei profughi siriani decisa da Merkel nel 2015, con il famoso slogan _wir schaffen das _(possiamo farcela). Due anni dopo, con quasi il 13 per cento dei voti, è entrato per la prima volta nel Bundestag, il parlamento federale tedesco. Al momento del successo dell’Afd in Bassa Sassonia, nell’ottobre 2022, lo sgomento per i massacri compiuti dai russi in Ucraina aveva appena lasciato il posto alle preoccupazioni per l’approvvigionamento di gas e per i prezzi dell’energia.
L’esempio della Bassa Sassonia suggerisce che la crescita dell’Afd non sia del tutto transitoria. Sono passati sei mesi, la crisi del gas è stata risolta, l’inflazione è in calo, eppure l’Afd continua a registrare risultati record a livello nazionale. La guerra in Ucraina e la transizione energetica stanno cambiando radicalmente la Germania. Se chiediamo agli oppositori del governo, diranno che stanno succedendo troppe cose e troppo in fretta. Se invece chiediamo ai suoi sostenitori, ci diranno che il governo sta sbagliando nella comunicazione e che è la Cdu a radicalizzare gli elettori, esagerando le conseguenze delle misure sul clima.
Nel frattempo l’Afd si è spostata ancora più a destra. La maggior parte dei suoi fondatori se n’è andata, compresi molti dei più moderati. Björn Höcke, leader del partito in Turingia, è ora la figura più influente. Nei suoi discorsi, Höcke si scaglia contro i partiti tradizionali, i mezzi d’informazione, i tribunali, la scienza medica e i politici progressisti occidentali che, a suo dire, “vogliono l’anima dei nostri figli”. Secondo Höcke invece paesi come la Russia danno ancora importanza a valori come la famiglia, la nazione e “la salute interiore di un popolo”.
“Un tempo si pensava che se l’Afd fosse diventata troppo radicale gli elettori le avrebbero voltato le spalle”, spiega il politologo Albrecht von Lucke. “Invece continua a crescere. La fiducia dei tedeschi nella politica tradizionale è in calo”.
Un paese normale
La Cdu ha sempre basato il suo successo sulla promessa che le cose sarebbero rimaste com’erano, ma è evidente che non è più in grado di mantenerla. Prima con la politica di Merkel sui profughi, poi con la guerra in Ucraina e la crisi del gas. Ora la Cdu resta in disparte mentre un nuovo governo trasforma il volto del paese. L’Afd promette di riportare le cose com’erano una volta: fuori dall’Unione europea, basta rifugiati, inversione di marcia sul clima, abolizione delle misure anticovid, riparazione del gasdotto Nordstream. Una Germania con tanta energia nucleare e carne di maiale in ogni piatto. _Deutschland. Aber normal _(La Germania. Però normale): era questo il suo slogan alle elezioni federali del 2021.
Bernd Busemann, ex presidente del parlamento della Bassa Sassonia ed esponente di punta della Cdu, ritiene che non bisogna incolpare troppo il suo partito per l’attuale crescita dell’Afd. Ma spiega che la Cdu è diventata troppo “socialdemocratica” durante i 16 anni di governo di Merkel. Secondo lui il partito dovrebbe tornare alle sue radici conservatrici di destra. “Altrimenti gli elettori cercheranno un po’ più in là”.
È ancora possibile invertire la crescita dell’Afd? Busemann ne dubita. “Negli ultimi anni ovunque in Europa stiamo vedendo la sinistra arretrare e l’estrema destra avanzare. Guardate l’Italia o la Svezia. Non vedo perché la Germania dovrebbe restare immune”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati