Nelle ultime settimane Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, è entrato nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti in un modo che non ha precedenti nella storia moderna del paese. Musk parla con Donald Trump più volte alla settimana, è salito sul palco durante un suo comizio a Butler, in Pennsylvania, e di recente ha spostato la sua base operativa in quello stato, che secondo gli esperti sarà decisivo per determinare l’esito del voto.

Il miliardario promuove in modo incessante la candidatura di Trump rivolgendosi ai suoi 201 milioni di follower su X, il social network che ha comprato per 44 miliardi di dollari e che usa per diffondere teorie del complotto contro il Partito democratico e attaccare la candidata democratica Kamala Harris. Ha creato e finanziato con decine di milioni di dollari un comitato per la raccolta fondi (chiamato America Pac) per sostenere la campagna elettorale di Trump in tutto il paese. Ha perfino proposto di organizzare un viaggio in pullman attraverso la Pennsylvania e ha detto che, per convincere gli elettori (e per verificare in che modo vengono spesi i suoi soldi), è disposto ad andare di casa in casa.

Già a febbraio del 2024, in privato, Musk ha cominciato a parlare in toni apocalittici della necessità di sconfiggere il presidente Biden. Ma fino ad aprile – quando ha incontrato alcuni collaboratori a Austin, in Texas, per creare il comitato di raccolta fondi – sembrava considerare Trump semplicemente il male minore. In primavera il miliardario aveva confidato ad alcuni amici che non era sicuro di voler sostenere pubblicamente Trump. Ma con il passare dei mesi è sembrato sempre più ossessionato dalle elezioni e sempre più convinto dell’importanza della vittoria di Trump, di cui loda il coraggio (l’endorsement ufficiale è arrivato subito dopo l’attentato contro il candidato, a luglio) e il senso dell’umorismo. Una persona che ha parlato recentemente con Musk ricorda di avergli sentito dire, senza ombra di ironia: “Sono innamorato di Trump”.

L’impegno sfrenato di Musk riflette la sua opinione sulla situazione attuale degli Stati Uniti. Su X si è scagliato contro le politiche di sinistra e la presunta censura messa in atto dai progressisti. Senza portare alcuna prova, ha detto che i democratici stanno incoraggiando un’invasione di immigrati irregolari per poter ottenere un potere permanente, e si è spinto a dire che quelle del 2024 potrebbero essere le ultime elezioni libere nella storia statunitense.

È difficile quantificare in termini economici il sostegno di Musk a Trump, anche perché molte delle attività del miliardario sono concentrate su X, piattaforma che usa come cassa di risonanza dei discorsi dell’ex presidente. In privato Trump ha parlato di cifre esorbitanti (non verificate) a proposito della portata delle donazioni di Musk al comitato politico, confidando a un conoscente che ammonterebbero a 500 milioni di dollari.

Come aveva fatto con Twitter dopo averlo comprato, Musk sta coinvolgendo amici, familiari e collaboratori fidati nella gestione di America Pac. Di recente ha inserito nella sua squadra anche Steve Davis, ex ingegnere dell’azienda di viaggi nello spazio SpaceX, e capo di un’impresa di costruzione di tunnel, entrambe di Musk.

Rintanato in un ufficio di Pittsburgh insieme ad avvocati, esperti di pubbliche relazioni, amici di lunga data e strateghi elettorali, Musk sta cercando di applicare le lezioni imparate nella Silicon valley alla sua nuova missione politica, quando mancano ormai poche settimane al voto. Questo articolo è basato sulle interviste con 17 persone vicine al miliardario.

Un vero perdente

“Il modo in cui Musk è entrato nella corsa presidenziale non ha precedenti nella storia moderna”, sottolinea Benjamin Soskis, specializzato in storia dei miliardari. I rapporti fra Trump e Musk sono cambiati col tempo.

Musk, che in passato aveva definito Trump “un vero perdente”, possiede in abbondanza tutto ciò che l’ex presidente degli Stati Uniti desidera: soldi, visibilità e una piattaforma che gli concede la possibilità di raggiungere un pubblico enorme. All’inizio delle primarie del Partito repubblicano Musk aveva appoggiato il governatore della Florida Ron DeSantis, sostenendo che Trump era ormai “sul viale del tramonto”. L’ex presidente aveva risposto rivelando che l’imprenditore lo aveva pregato in ginocchio per ricevere fondi dal governo federale. Ma era evidentemente affascinato dalla figura di Musk.

Voti contesi
Come è cambiato l’orientamento degli elettori delle minoranze dal 2016, percentuale (Fonte: The New York Times)

◆ “A poche settimane dalle elezioni presidenziali statunitensi, la candidata democratica Kamala Harris sta facendo di tutto per corteggiare gli elettori afroamericani e di origine latinoamericana”, scrive il New York Times. Storicamente le minoranze hanno sostenuto in grande maggioranza i democratici, ma di recente Donald Trump ha guadagnato consensi tra questi elettori. Uno dei motivi è che i neri e gli ispanici sono tra i più insoddisfatti della situazione economica, in particolare per l’inflazione e il costo della vita. “A spostarsi verso i repubblicani sono soprattutto gli uomini afroamericani e ispanici”, scrive la Bbc. “Tendono a essere più conservatori di altri elettori tradizionalmente democratici, e molti pensano che il partito si sia spostato troppo a sinistra su temi come l’identità di genere e i diritti dei gay”.


L’idea del comitato America Pac è nata durante due cene esclusive. Dopo l’uscita di scena di DeSantis, Musk aveva detto più volte agli amici di voler trovare il modo per sostenere Trump in segreto. Durante una cena organizzata con un gruppo di miliardari vicini al candidato repubblicano, tra cui Nelson Peltz e John Paulson, l’imprenditore ha espresso con ingenuo candore la sua idea di come dovrebbe funzionare la politica. Sminuendo l’efficacia degli spot televisivi, si è augurato la nascita di un movimento dal basso per eleggere Trump, in cui i sostenitori potessero coinvolgere i loro conoscenti nella causa. In questo modo, un voto alla volta, Trump avrebbe prevalso.

Ad aprile c’è stata una seconda cena nella casa di Los Angeles del finanziatore David Sachs. In quell’occasione Musk e alcuni degli uomini più ricchi del pianeta – tra cui Rupert Murdoch, l’ex segretario del tesoro Steven Mnuchin e l’imprenditore tecnologico Peter Thiel – hanno cominciato a elaborare una strategia più dettagliata. Durante la cena Musk ha dichiarato che sostenere Trump sarebbe stato politicamente più sicuro se lo avessero fatto tutti insieme, dunque era importante che gli imprenditori coinvolgessero i loro colleghi.

Trump ha fatto capire chiaramente che apprezza questo aiuto, promettendo di mettere Musk a capo di una squadra che dovrà migliorare l’efficienza del governo. L’8 ottobre, durante un comizio a Reading, in Pennsylvania, l’ex presidente ha parlato del miliardario in tre momenti diversi. Il loro rapporto ha prodotto risultati diversi. A settembre, dopo che un giornalista era entrato in possesso di alcune informazioni riservate sulla campagna elettorale dei repubblicani, i collaboratori dell’ex presidente hanno trovato un accordo con X per impedirne la circolazione sulla piattaforma. X ha bloccato i link a quei contenuti e ha sospeso l’account del giornalista.

Strategia discutibile

Al centro del progetto di Musk c’è America Pac, l’organizzazione a cui il comitato elettorale di Trump si affida per convincere gli elettori negli stati considerati decisivi. Secondo i registri federali, l’organizzazione ha speso circa 80 milioni di dollari per sostenere Trump. I consulenti di Musk hanno riferito ai donatori che il gruppo poteva contare su 2.500 volontari sul campo.

La portata dell’impegno finanziario personale di Musk potrebbe essere resa nota nelle prossime settimane. Inizialmente si era parlato di un fondo di circa 140-180 milioni, quasi tutti provenienti dalle tasche di Musk. Nelle ultime settimane altri potenziali donatori hanno ricevuto rassicurazioni in merito alla copertura finanziaria dell’operazione. La campagna elettorale di Trump sta conducendo una sorta di esperimento, delegando a gruppi come America Pac il contatto porta a porta con gli elettori. Questo procedimento è reso possibile dalle nuove regole elettorali federali, che permettono un maggiore coordinamento tra i comitati elettorali e le organizzazioni esterne.

I collaboratori di Trump hanno firmato un accordo di condivisione dei dati con America Pac e altre organizzazioni con cui collaborano intensamente per valutare quali siano gli elettori che è più utile contattare personalmente.

Eppure non tutti nell’orbita di Trump sono sicuri che questa strategia possa funzionare. Diversi finanziatori di America Pac non gradiscono che Musk si affidi alla stessa squadra che aveva sostenuto DeSantis in una manovra simile durante le primarie, senza ottenere risultati apprezzabili.

Gli esperti di campagne elettorali sostengono che servono mesi o addirittura anni per mettere a punto strategie porta a porta efficaci.

America Pac ha attraversato dei momenti di crisi. Musk ha licenziato vari consulenti e società che si occupavano di reclutare gli organizzatori politici, arrivando a fermare centinaia di persone (già pagate) che erano attive in tutto il paese.

Un importante funzionario della campagna elettorale di Trump, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha dichiarato che la squadra dell’ex presidente “non si fida ciecamente” dell’organizzazione di Musk, pur considerandola un “importante” partner insieme a molti altri gruppi esterni, definiti “aggiunte alla potenza di fuoco”.

America Pac resta comunque la più costosa e ambiziosa manifestazione del sostegno di Musk a Trump. Da quando ha pubblicamente appoggiato l’ex presidente, il miliardario ha scritto almeno 109 tweet sulle elezioni. Anche se in passato aveva garantito che la piattaforma sarebbe stata “politicamente neutrale”, l’ha usata per diffondere notizie false e teorie infondate, come quella secondo cui i democratici stanno “accelerando il processo di assegnazione della cittadinanza” agli immigrati in modo da alterare la composizione dell’elettorato e guadagnare voti.

Secondo le analisi dei dati pubblicate dalla piattaforma, un tweet che conteneva queste accuse è stato visualizzato quasi 34 milioni di volte. Un chiaro segno dell’attenzione che è capace di generare Elon Musk. Il suo profilo su X è il più seguito di tutti. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati