• Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984 una fuga di 42 di tonnellate di isocianato di metile (un gas altamente tossico) da uno stabilimento della Union Carbide a Bhopal, in India, uccise quasi quattromila persone.
  • Nei vent’anni successivi, si stima che siano state almeno 25mila le morti legate al disastro.
  • Altre 560mila persone hanno avuto danni gravi o irreversibili a causa del disastro.
  • Per molto tempo, nelle zone interessate dalla fuoriuscita del gas, il tasso di mortalità è stato 2,4 volte più elevato della media.
  • Si ritiene che i prodotti chimici ancora presenti nel complesso abbandonato, in mancanza di misure di bonifica e contenimento, stiano continuando a inquinare l’area circostante.
  • L’inchiesta iniziale ha evidenziato delle carenze nelle misure di sicurezza, ma la Union Carbide ha messo rapidamente tutto a tacere pagando al governo indiano un risarcimento di 470 milioni di dollari che dovevano essere versati alle vittime e alle loro famiglie. Il risarcimento era pensato basandosi sulle tremila vittime ufficiali e in dollari, con un cambio dollaro-rupia fissato al valore del 1989. L’ultimo assegno, però, è stato staccato nel 2004.
  • L’ex amministratore delegato della Union Carbide, Warren Anderson, è stato processato, ma gli Stati Uniti hanno negato l’estradizione.

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