Secondo un rapporto emerso da una nuova inchiesta, il ciclista Marco Pantani potrebbe essere morto per un miscuglio di droga e medicine e non per un’overdose di cocaina come supposto inizialmente.
Il procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli aveva riaperto le indagini a luglio, dopo aver ricevuto un dossier dell’avvocato della famiglia Pantani Antonio De Rensis, che sosteneva l’ipotesi dell’omicidio volontario.
Il medico legale Franco Tagliaro, nominato dal procuratore di Rimini, conferma invece la possibilità che si sia trattato di un suicidio: “Il decesso potrebbe essere avvenuto per un’assunzione di cocaina insieme a una dose eccessiva di antidepressivi”, forse presi “con una finalità autodistruttiva”.
Il rapporto dell’avvocato dei Pantani evocava invece la presenza di tracce di colluttazione sul cadavere, deducendone che lo sportivo avrebbe potuto essere stato costretto ad assumere una grande quantità di droga per indurne la morte. Ma dalla nuova indagine “non sono emersi elementi che permettono di considerare l’assunzione di droga sotto costrizione” scrive il medico. Afp
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