La protesta davanti alla residenza del primo ministro Shinzō Abe a Tokyo. (The Asahi Shimbun/Getty Images)

Diverse centinaia di persone hanno manifestato davanti alla residenza del primo ministro Shinzō Abe a Tokyo contro la legge sui segreti di stato, approvata nel dicembre 2013 ed entrata in vigore oggi.

In base alla nuova legge i dipendenti pubblici che rivelano segreti di stato possono essere condannati a pene fino a dieci anni di carcere, mentre i giornalisti che incoraggiano gli informatori a parlare rischiano fino a cinque anni.

Secondo Abe, che l’ha fortemente voluta, la legge riguarderà solo le fughe di notizie che minacciano la sicurezza nazionale e pubblica, la diplomazia e le misure antiterrorismo.

L’opposizione invece denuncia che la legge è un ritorno agli anni del militarismo giapponese precedenti alla seconda guerra mondiale. Inoltre la definizione vaga di ciò che costituisce un segreto di stato renderà più semplice nascondere informazioni che potrebbero imbarazzare il governo e favorire gli abusi dei funzionari di stato. I ministri del governo potranno scegliere le informazioni da classificare come segreti di stato per un periodo di cinque anni estendibile fino a sessanta. The Guardian

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