I quattordici neofascisti arrestati stamattina dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul terrorismo della procura dell’Aquila stavano progettando degli attentati contro obiettivi istituzionali: magistrati, ministri, forze dell’ordine, ma anche Equitalia. Lo si legge negli atti dell’inchiesta.

Le indagini dell’operazione, chiamata Aquila nera, sono partite in Abruzzo e poi hanno coinvolto altre regioni, tra le quali Lombardia, Piemonte, Lazio e Campania.

Al vertice del gruppo, chiamato Avanguardia ordinovista, secondo gli inquirenti c’era Stefano Manni, 48 anni. Per fare propaganda Manni usava internet, e soprattutto Facebook. Fino a dieci anni fa faceva parte dell’arma dei carabinieri.

Avanguardia ordinovista, che si ispirava al movimento neofascista di fine anni sessanta Ordine nuovo, aveva contatti con altri gruppi di estrema destra (Nazionalisti friulani, Movimento uomo nuovo e Confederatio).

Un altro degli arrestati, lo scrittore Rutilio Sermonti, è considerato dalle forze dell’ordine l’ideologo del movimento.

Tra gli obiettivi del gruppo, in un secondo momento, c’era anche quello di formare un partito politico.

Gli inquirenti contestano i reati di associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e associazione finalizzata all’incitamento, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Sono ancora in corso circa cinquanta perquisizioni in tutta Italia. Corriere della Sera

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