Pino Daniele aveva alle spalle una carriera lunga, ma il momento davvero fondamentale per l’evoluzione della musica pop italiana è quello dei suoi primi cinque album. Per ricordarlo, ecco una canzone da ognuno di questi dischi.

Napule è, 1977.

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Il primo è Terra mia, e si apre con questo gioiello di grande canzone napoletana moderna con un testo impietoso e struggente.

Je so’ pazzo, 1978.

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Con il secondo album, Pino Daniele, il sound prende la sua forma più elettrica, con alle spalle la band che lo accompagnerà a lungo. Qui c’è un pezzo che ebbe non pochi problemi di promozione radiofonica per la presenza di una parolaccia.

A me me piace ’o blues, 1980.

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Nero a metà è l’album del grande successo commerciale, e quello nel quale l’incontro tra musica nera e partenopea si fa più compiuto. In apertura del lato B, ecco la canzone-manifesto di tutta la carriera dell’artista.

Yes I know my way, 1981.

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Esce Vai mò e Pino, che l’estate prima ha aperto il concerto-evento di Bob Marley a San Siro, si conferma: stavolta la parolaccia è nel titolo del primo pezzo e in due canzoni irrompe l’anglonapoletano che diventerà un suo marchio di fabbrica. Qui scegliere un pezzo solo è veramente difficile.

Tutta ’nata storia, 1982.

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Bella ’mbriana è un nuovo, grande passo avanti: le influenze sono sempre più varie e tra i musicisti arrivano addirittura Wayne Shorter e Alphonso Johnson, due colonne dei Weather Report.

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