- Alberto Nisman, 51 anni, trovato morto a casa sua il 18 gennaio, era il magistrato incaricato delle indagini sull’attentato commesso il 18 luglio 1994 contro il centro ebraico Asociación mutual israelita argentina (Amia) di Buenos Aires, in cui morirono 85 persone più il kamikaze.
- Dopo aver raccolto un dossier di 300 pagine, Nisman aveva chiesto l’apertura di un’inchiesta sulla presidente, Cristina Fernández Kirchner, e sul ministro degli esteri, Héctor Timerman, sospettati di aver coperto la pista iraniana dell’attentato.
- Nel dossier ci sono centinaia di intercettazioni, da cui emerge che la presidente aveva dato mandato di negoziare con alcuni agenti iraniani un memorandum d’intesa con Teheran per l’acquisto di petrolio iraniano a prezzi ribassati e la vendita di grano argentino all’Iran. In cambio fu fabbricata per l’attentato una pista che riconduceva a gruppi fascisti argentini.
- Nel dossier si sottolinea che “il piano criminale fu deciso da Cristina Kirchner e attuato da Timerman”.
- Nisman doveva riferire oggi di fronte al congresso argentino. Accanto al suo corpo è stata trovata una pistola, di sua proprietà. La porta dell’appartamento era chiusa dall’interno. Aspettando i risultati dell’autopsia, s’indaga anche sull’ipotesi di un suicidio.
- Il governo ha respinto le accuse. Intanto Israele ha chiesto alle autorità argentine di “continuare l’inchiesta di Nisman e fare ogni sforzo per portare davanti alla giustizia i responsabili dell’attentato”.
- In Argentina c’è la comunità ebraica più grade dell’America Latina, la quinta al mondo.
Alberto Nisman parla dell’inchiesta in un’intervista televisiva
La Nación, The Jerusalem Post
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