Nel rapporto annuale di Amnesty international sulla situazione dei diritti umani in 160 paesi del mondo, l’organizzazione accusa le Nazioni Unite di aver fallito nella protezione dei civili che fuggono da violenze e conflitti. E chiede ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu di rinunciare al potere di veto in situazioni di “atrocità di massa”.

Amnesty international scrive che i paesi ricchi sono colpevoli di un atteggiamento “ripugnante” nei confronti di milioni di rifugiati, a cui è stata negata l’assistenza: dei quattro milioni di persone in fuga dal conflitto in Siria, il 95 per cento è stato accolto da paesi vicini.

Il 2014 è stato un anno catastrofico per le vittime di violenze, e i leader mondiali “devono agire immediatamente per cambiare la natura dei conflitti armati” facendo rispettare il diritto internazionale umanitario.

In un comunicato stampa, Salil Shetty, segretario generale dell’organizzazione, ha dichiarato che il Consiglio delle Nazioni Unite ha “miseramente fallito” nella protezione dei civili. I paesi hanno usato il veto “per promuovere i loro interessi politici e geopolitici” invece di proteggere i cittadini. Amnesty propone la rinuncia al diritto di veto da parte del Consiglio di sicurezza, una soluzione che potrebbe lasciare più libertà di azione all’Onu in situazioni come quelle del conflitto in Siria: l’Onu potrebbe esercitare il diritto di portare in giudizio il presidente siriano Bashar Al Assad davanti alla corte penale internazionale per i crimini commessi contro i civili nel suo paese. Bbc

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