Sta per cominciare in Nepal la stagione delle scalate dell’Everest, che si concluderà a maggio. Dopo i gravi incidenti dell’anno scorso ci saranno alcune novità. Il costo del permesso rilasciato dalle autorità nepalesi è ora di undicimila dollari a testa, sono aumentati i premi delle assicurazioni richieste dal governo, è diventato obbligatorio ingaggiare uno sherpa nepalese e potrebbe esserci una variazione della parte del percorso che va dal campo base al Campo 1.
La Khumbu icefall è un lungo ghiacciaio in cui sono frequenti valanghe e crolli che causano l’apertura improvvisa di crepacci anche nel giro di una notte. È qui che nella primavera scorsa sono state travolte 16 guide che stavano attrezzando la via all’inizio della stagione: l’incidente aveva portato al boicottaggio del personale nepalese e al blocco delle spedizioni.
L’Icefall sarà quindi superata attraverso una via di salita che passerà al centro del ghiacciaio e non più lateralmente: finora il lato occidentale era stato preferito dalla maggior parte degli scalatori perché evitava una voragine pericolosa e difficilmente valicabile. D’altra parte, però, il passaggio laterale è pericoloso per le valanghe.
Quest’anno saranno almeno 700 gli scalatori che cercheranno di raggiungere la vetta dell’Everest e che per due mesi useranno i cambi base. Il presidente dell’associazione scalatori nepalesi ha lanciato l’allarme: in cima al tetto del mondo la situazione igienica è diventata problematica. Dal 1953 hanno raggiunto la vetta quattromila persone, e i rifiuti organici accumulati rischiano di essere fonte d’inquinamento e malattie. The Guardian, Ap
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