Batterie scariche, compressori per frigoriferi e pneumatici partivano dai porti liguri di Genova e La Spezia per raggiungere illegalmente alcuni paesi africani. È la pista sulla quale sta indagando la guardia di finanza italiana, che ipotizza un giro d’affari di milioni di euro nello smaltimento illegale di rifiuti tossici.
Secondo gli inquirenti, i rifiuti erano destinati in particolare alla Nigeria, al Togo, al Burkina Faso, al Ghana e alla Costa d’Avorio. Il materiale sfuggiva ai controlli grazie alla falsificazione dei documenti per le esportazioni.
Un agente marittimo, uno degli indagati, avrebbe intascato in sei anni almeno due milioni e mezzo di euro in bonifici da parte di cittadini nordafricani. L’inchiesta, denominata Aidid, è destinata ad allargarsi. La guardia di finanza ha infatti scoperto che dietro a questo traffico esiste una vera e propria rete: dagli addetti alla raccolta dei rifiuti fino ai commercianti all’ingrosso. Indagate tre persone, due italiani e un nordafricano, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e falsità ideologica con l’aggravante del reato transnazionale. Misna, La Repubblica
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