Secondo l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Bild, gli investigatori hanno trovato prove che Andreas Lubitz, il copilota che ha fatto precipitare l’aereo della Germanwings con 150 persone a bordo sulle Alpi francesi il 24 marzo, soffriva di un distacco della retina. Temeva quindi di poter perdere la vista, ma non è chiaro se a causa di un problema fisico o psicosomatico.

Il giornale tedesco ha pubblicato il contenuto delle registrazioni recuperate in una delle due scatole nere ritrovate sul luogo dell’incidente. Ecco la ricostruzione degli ultimi otto minuti di volo.

  • Nei primi venti di minuti dopo il decollo, i due piloti hanno una conversazione normale. Il primo pilota Patrick S. spiega al copilota, Andreas Lubitz, di non avere avuto tempo di andare in bagno prima dell’imbarco a Barcellona.
  • 10.27: l’aereo raggiunge la quota di crociera (circa 11.600 metri). Il pilota chiede a Lubitz di preparare l’atterraggio a Düsseldorf. Lubitz dice al pilota che può andare in bagno. Due minuti dopo Patrick S. conferma a Lubitz di prendere i comandi. Si sente il rumore di una persona che si alza dal sedile e la porta della cabina si chiude.
  • 10.29: l’aereo comincia a perdere quota.
  • 10.32: i controllori di volo francesi provano a contattare l’apparecchio, invano. Nello stesso momento dentro l’aereo suona un allarme. Subito dopo si sente battere forte alla porta, come se qualcuno cercasse di entrare nella cabina. La voce del pilota dice: “Per l’amore di dio, apri la porta”. Sullo sfondo cominciano a sentirsi le grida dei passeggeri.
  • 10.35: si sentono nuovi colpi metallici contro la porta della cabina. È il pilota che cerca di sfondarla con un’ascia. Novanta secondi più tardi scatta un nuovo allarme, quando l’apparecchio scende a cinquemila metri. Il comandante grida: “Apri questa maledetta porta!”
  • 10.38: si sente il respiro di Andreas Lubitz, da solo nella cabina.
  • 10.40: l’aereo tocca una montagna. Si sentono le grida dei passeggeri. Sono gli ultimi suoni contenuti nella registrazione della scatola nera.

Le Monde, Reuters

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