Un palestinese truffato nella vendita di un’opera di Banksy
Un cittadino palestinese ha venduto il murale dipinto dall’artista Banksy sulla porta della sua casa distrutta a Gaza per circa 170 dollari. Le opere di Banksy sono valutate centinaia di migliaia di dollari, ma l’uomo non conosceva il valore del dipinto né il nome dell’artista. Rabea Darduna, padre di sei bambini, ha venduto il murale a un uomo che si è presentato come collaboratore dell’artista, e ora ha denunciato la truffa, sperando di riavere indietro l’opera.
Banksy aveva visitato la Striscia di Gaza a febbraio, quando ha disegnato dei graffiti sulle macerie per riportare l’attenzione sulla distruzione di Gaza dopo la guerra con Israele nel luglio del 2014.
L’acquirente, il giornalista e artista Belal Khaled, ha confermato telefonicamente a Internazionale di aver comprato l’opera il 3 marzo da Darduna, che gli ha proposto di venderla per 250 dollari. Khaled ha contrattato e ha ottenuto di abbassare il prezzo a 170 dollari circa.
“Ero nella Striscia di Gaza con un gruppo di artisti e quando ho visto l’opera sulla porta ho contattato il proprietario della casa e gli ho chiesto di venderla, spiegandogli che ero un artista io stesso”, ha raccontato Khaled al telefono. “Non conoscevo il suo valore economico, a me interessa il suo valore morale, l’ho comprata per conservarla ed esporla nei musei in giro per il mondo”.
Khaled non ha intenzione di restituire l’opera a Darduna, a meno che non sia Banksy a chiederlo. “Non voglio venderla, voglio mostrarla al mondo”, ha aggiunto Khaled, che come artista di graffiti si ispira a Banksy. Alla domanda se non fosse stato meglio lasciarla nella Striscia di Gaza Khaled ha risposto che “Banksy l’ha realizzata per sensibilizzare il mondo sulle condizioni della Palestina”, e che quindi “sarà più efficace se sarà esposta nei musei internazionali”.