Il leader dei Fratelli musulmani Mohamed Badie dietro le sbarre il 3 febbraio 2014. (Ahmed Gamil, Afp)

Un tribunale egiziano ha confermato la pena di morte per il leader dei Fratelli musulmani Mohamed Badie e per altre undici persone, riconosciute colpevoli di aver cercato di destabilizzare lo stato egiziano e di aver pianificato attentati. Altri due esponenti del gruppo sono stati condannati a morte in contumacia, mentre 23 persone sono state condannate all’ergastolo. I condannati potranno fare appello in cassazione.

I Fratelli musulmani sono il principale partito islamico del paese, a cui apparteneva anche il presidente Mohamed Morsi, deposto a luglio del 2013 da un colpo di stato militare. Il 14 agosto 2013 la polizia attaccò due accampamenti dei sostenitori di Morsi, che protestavano contro la sua destituzione al Cairo, e nel blitz morirono centinaia di persone. Dopo quell’episodio diversi commissariati furono attaccati dai sostenitori di Morsi, molti furono incendiati, in particolare a Minya, Sohag e Assiut.

Nei mesi successivi alla destituzione di Morsi, secondo l’Onu, almeno 15mila sostenitori di Morsi sono stati arrestati e centinaia condannati a morte.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it