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Le Nazioni Unite si oppongono alla chiusura del campo rifugiati di Dadaab in Kenya

Il Kenya ha concesso tre mesi all’Onu per trasferire i rifugiati del campo di Dadaab, che ospita quasi seicentomila persone. Per l’Onu il trasferimento dei somali costituirebbe una violazione della legge internazionale

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L’Onu contro la chiusura del campo rifugiati di Daadab in Kenya

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha chiesto al Kenya di riconsiderare la chiusura del campo profughi di Dadaab, il più grande del mondo, dove oggi vivono almeno 530mila rifugiati, di cui 460mila provengono dalla Somalia. Per l’Unhcr il trasferimento dei somali nel loro paese d’origine costituirebbe una violazione della legge internazionale.

A una settimana dalla strage dell’università di Garissa, rivendicata dai jihadisti di Al Shabaab, in cui sono rimaste uccise 148 persone, il governo keniano ha dato tre mesi di tempo all’Unhcr per trasferire i profughi. Dopo la richiesta l’Onu ha espresso preoccupazione sulle “conseguenze umanitarie estreme” della chiusura del campo. “Il problema più grande è il ritorno in patria. Se le persone saranno obbligate a rientrare in Somalia, l’Unchr non potrà sostenere questo passaggio, che viola la legge internazionale”, ha dichiarato Karin de Gruijl, portavoce dell’agenzia.

Il campo si trova a 100 chilometri dal confine con la Somalia, nel distretto di Garissa. Secondo Njonjo Mue, consigliere dell’organizzazione Kenyans for peace, truth and justice, “chiudere Dadaab potrebbe aiutare Al Shabaab a reclutare un esercito di duecentomila giovani disperati e senza niente da fare”.

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