L’area delle ricerche del volo della Malaysia Airlines MH370, scomparso l’8 marzo 2014, sarà raddoppiata se nell’attuale zona di perlustrazione dell’oceano Indiano non saranno ritrovati resti. Lo hanno annunciato i ministri australiani, malesiani e cinesi dopo un incontro ufficiale per discutere il progresso delle ricerche. L’aereo è scomparso dai radar l’8 marzo 2014 con 239 persone a bordo, a un’ora dal decollo, mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino, senza lanciare nessun allarme. Potrebbe essere precipitato al largo delle coste occidentali dell’Australia, ma finora non sono state ritrovate tracce dell’impatto.

Al momento la ricerca copre un’area di 60mila chilometri quadrati sui fondali dell’oceano Indiano, a ovest della città australiana di Perth. Di quest’area è stato scandagliato solo il sessanta per cento e finora le ricerche non hanno prodotto nessun risultato.

La ricerca sarà estesa di altri 60mila chilometri quadrati per “coprire l’intera area identificata dagli esperti”, si legge nel comunicato ufficiale. La perlustrazione dell’intera zona potrebbe durare almeno un anno, anche a causa delle condizioni di meteo avverse dei mesi invernali in arrivo.

Correzione 16 aprile 2015
Nella versione precedente di questo articolo avevamo scritto 60mila metri quadrati invece di chilometri.

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