Alla camera è cominciata poco dopo le 15.30 la chiama per il primo dei tre voti di fiducia sull’Italicum, relativo al primo articolo della legge elettorale. È un test importante sulla tenuta della maggioranza di Matteo Renzi, agitata dalle crescenti tensioni interne al Partito democratico.
Sono in programma domani altre due votazioni, sugli articoli 2 e 4, che anticiperanno il voto finale a scrutinio segreto, la settimana prossima. La vittoria di ieri, con due voti segreti sulle pregiudiziali di costituzionalità e di merito, non è bastata al presidente del consiglio che ha deciso di blindare il provvedimento con la fiducia, scatenando reazioni molto dure da alcuni esponenti della minoranza del suo stesso partito.
Su democrazia un governo non mette la fiducia. Si sta creando un precedente serio. Questa fiducia io non la voterò. https://t.co/wfm5mvmOxz
— Pier Luigi Bersani (@pbersani) 28 Aprile 2015
Hanno così deciso di non partecipare al voto di fiducia gli ex segretario Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani, l’ex premier Enrico Letta e l’ex presidente del Pd Rosy Bindi, l’ex capogruppo Roberto Speranza, i dissidenti Stefano Fassina, Pippo Civati e Alfredo D’Attorre e il leader di Sinistradem Gianni Cuperlo. Su questa linea saranno sicuramente seguiti da altri deputati della sinistra Pd, anche se non da tutti. Alla fine dovrebbero essere tra i trenta e i cinquanta i deputati democratici che non voteranno la fiducia, mentre la minoranza conta in tutto su circa 110 deputati.
Fiducia sull’Italicum: non la voterò http://t.co/k5WxscEhRz
— Giuseppe Civati (@civati) 28 Aprile 2015
Pier Luigi Bersani ha attaccato Renzi, pur smentendo qualsiasi ipotesi di scissione: “Il gesto improprio di mettere la fiducia lo ha fatto lui, non io”. Mentre il presidente del consiglio, alla luce delle tensioni scatenate dentro e fuori il parlamento dalla sua decisione, ha scritto in una lettera alla Stampa. Parlando dell’Italicum, ha dichiarato: “Se non passa, il governo va a casa”. “Se c’è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta - ha scritto Renzi - se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita”.
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