La camera ha approvato in via definitiva la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum. L’aula ha approvato la riforma con 334 voti a favore e 61 contrari. A favore si sono dichiarati: il Partito democratico, Area popolare, Scelta civica, Popolari per l’Italia e Centro democratico.
L’opposizione ha scelto di abbandonare l’aula e di non partecipare al voto, mentre i deputati della minoranza del Partito democratico, in dissenso con la legge, sono rimasti in aula e hanno votato no.
Ecco cosa prevede:
Premio di maggioranza e sbarramento. La lista che ottiene più del 40 per cento al primo turno (o che vince al ballottaggio) prende il premio di maggioranza: 340 seggi su 630. I 290 seggi che rimangono devono essere assegnati agli altri partiti. La soglia di sbarramento per entrare in parlamento è fissato al 3 per cento.
Collegi. Le 27 circoscrizioni attuali saranno sostituite da venti circoscrizioni elettorali, suddivise in cento collegi plurinominali. In ogni collegio, in media di circa seicentomila abitanti ciascuno, verranno presentate delle liste composte da sei o sette candidati. In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si voterà invece con i collegi uninominali.
Preferenze. Nella prima stesura della legge elettorale le liste erano bloccate, cioè i candidati erano eletti nell’ordine in cui erano presentati nella lista. Nel testo appena approvato è previsto che solo i capilista siano bloccati, mentre dal secondo eletto in poi ci sono le preferenze. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze.
Multicandidature. I capilista potranno candidarsi in più di un collegio elettorale, fino a un massimo di dieci.
Voto di genere. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze, ma dovrà votare due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. È libero invece di esprimere una sola preferenza (o nessuna). Nell’ambito di ogni circoscrizione (che in parte coincide con le regioni) i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60 per cento del totale.
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