Dietro pressioni internazionali, il governo del Burundi ha intrapreso discussioni informali con l’opposizione, per trovare una via d’uscita alla crisi scatenata il 25 aprile dalla decisione del presidente Pierre Nkurunziza di candidarsi per un terzo mandato alle elezioni del 26 giugno. Nella capitale Bujumbura sono arrivati i ministri degli esteri di Kenya, Uganda, Ruanda e Tanzania, che seguiranno i colloqui.
Intanto le tensioni non si arrestano. Alcuni testimoni hanno riferito di scontri nel quartiere di Kanyosha, nel sud della capitale, tra i sostenitori dell’opposizione e l’ala giovanile del partito al governo, l’Imbonerakure. Le violenze hanno finora provocato 14 morti. Il 4 maggio, un giorno prima che la corte costituzionale approvasse la candidatura di Nkurunziza alle elezioni del prossimo 26 giugno, la polizia ha aperto il fuoco verso i manifestanti.
Il video della Reuters
Nell’ultimo mese circa 40mila persone sono fuggite dal Burundi nei paesi vicini. Secondo l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, di questi, 24.795 hanno chiesto asilo in Ruanda, 6.966 in Tanzania e 7.319 in Congo.
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