Venerdì 15 maggio 2015 è annunciato uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale: è stato indetto dall’Unione sindacale di base-Lavoro privato e avrà modalità e orari diversi a seconda della città.
- Bologna Sciopero dei dipendenti Tper dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio. Stessi orari anche a Ferrara.
- Milano Il prefetto ha precettato i lavoratori aderenti allo sciopero, perciò il servizio di trasporto pubblico locale dovrebbe essere regolare per l’intera giornata.
- Napoli Lo sciopero, che coinvolgerà anche la Circumvesuviana sarà dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio.
- Roma Lo sciopero riguarderà i dipendenti Atac, Roma Tpl e Cotral. Lo sciopero sarà dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Il servizio non sarà garantito sulle ferrovie urbane Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Civitacastellana-Viterbo.
- Torino Sciopero rimandato al 24 maggio a causa del Salone del libro in programma nel capoluogo piemontese dal 14 al 18 maggio.
Il settore del trasporto pubblico locale impiega 116 mila persone che aspettano un rinnovo del contratto nazionale dal 2007. In questi anni, i soldi destinati allo sviluppo del trasporto pubblico sono diminuiti a causa della crisi economica, scoppiata nel 2008, e del patto di stabilità tra stato ed enti locali: in base alla riduzione dei fondi statali, le regioni hanno ridotto anche le risorse per i servizi locali, tra cui anche il trasporto pubblico.
Perché l’Unione sindacale di base ha indetto lo sciopero
Lo sciopero, spiega l’Usb-Lavoro privato, è contro la riforma dei contratti di lavoro (Jobs act) del governo Renzi; contesta “le privatizzazioni selvagge che dirottano capitali pubblici verso soggetti privati”; denuncia “i continui innalzamenti dell’età pensionabile; le pesanti discriminazioni imposte dal testo unico sulla rappresentanza”, che stabilisce quali sindacati possono partecipare alle contrattazioni in base al numero degli iscritti nazionali e in azienda; “le gravi penalizzazioni di un contratto nazionale fermo da ben otto anni”.
I sindacati che non aderiscono allo sciopero
Non aderiscono alla mobilitazione del 15 maggio Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa Cisal, che hanno scelto di continuare le trattative con i rappresentanti delle aziende di trasporto locale. Dopo un incontro, l’8 maggio, i sindacati hanno espresso “una forte preoccupazione per il futuro del settore”, soprattutto perché non è chiaro se il governo taglierà una parte consistente dei fondi destinati alle regioni per lo sviluppo dei trasporti: dal 1 gennaio 2013 era previsto che arrivassero cinque miliardi all’anno dalle casse centrali alle regioni a statuto ordinario.
Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro sarà al centro di due nuovi incontri – fissati per il 19 e il 25 maggio – durante i quali la discussione avrà come punto di riferimento il precedente accordo firmato il 26 aprile 2013.
La posizione del governo
Ad aprile, il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Graziano Delrio, riguardo agli scioperi ha spiegato in un’intervista che alla vigilia di Expo e del Giubileo tutti devono assumersi le loro responsabilità, anche se “nessuno vuole comprimere un diritto sacrosanto dei lavoratori” a scioperare. Inoltre, ha aggiunto, “se c’è un accordo fra la maggioranza dei sindacati, sia per fare uno sciopero sia per non farlo, mi riesce difficile pensare che la minoranza possa decidere tutto”, in riferimento agli scioperi proclamati dalle sigle sindacali di base.
Su efficienza, costi, ingresso dei privati, il ministro ha detto che oggi in Italia ci sono più di 150 imprese di trasporto pubblico locale. Secondo Delrio sono troppe e con bacini di utenza troppo piccoli. L’obiettivo del governo sarebbe di ridurle a 40 o 50, “favorendo le fusioni con incentivi fiscali alle imprese, per esempio con un taglio dell’Irap. Oppure, consentendo ai comuni che dismettono le loro quote per favorire una fusione di usare l’incasso al di fuori del patto di stabilità”.
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