Governo e maggioranza hanno stralciato l’articolo sul 5 per mille alla scuola
Sulla scuola è passata la mediazione tra maggioranza e governo con lo stralcio dalla riforma dell’articolo 17, relativo al 5 per mille. La maggioranza ha espresso, attraverso la relatrice Maria Coscia, un parere favorevole agli emendamenti all’articolo 17 che ne prevedevano la soppressione. Subito dopo il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha dato il “parere conforme” dell’esecutivo, che ha portato allo stralcio della misura.
Per il resto, l’assemblea di Montecitorio ha approvato lo school bonus per tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, cioè sia per le scuole statali sia per le scuole paritarie private e degli enti locali. A favore, oltre alla maggioranza, si è espressa anche Forza Italia. La norma - molto criticata dal Movimento 5 stelle e dalla minoranza dem - istituisce un credito d’imposta del 65 per cento per 2015 e 2016 e del 50 per cento per il 2017 per chi sceglierà di finanziare la realizzazione di nuove scuole, o “la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti”. Fra gli articoli approvati, anche quello sulla carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione degli insegnanti da utilizzare per gli acquisti o le iniziative di carattere culturale: ogni insegnante riceverà 500 euro all’anno.
Quanto al 5 per mille da destinare alla scuola, Giannini ha spiegato che “non si accantona né si abbandona l’idea” di introdurre un meccanismo ritenuto “molto utile e produttivo”. E il governo si è impegnato a riproporre la norma in un futuro provvedimento che “magari affronti temi di natura fiscale”. Nella giornata di ieri non era stato accolto alcun emendamento di rilievo sui poteri del presidente della minoranza del partito democratico, mentre il confronto si è aperto sul 5 per mille. La protesta contro il disegno di legge conosciuto come la Buona scuola è andata avanti fuori dal parlamento con la partecipazione di alcuni deputati cinquestelle. La presidente della camera Laura Boldrini ha annunciato che domani, mercoledì 20 maggio, alle 11.30 inizieranno le dichiarazioni di voto finale sulla riforma.