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Il presidente turco Erdoğan affronta un voto incerto 

Domenica 7 giugno oltre 55 milioni di turchi saranno chiamati alle urne per il rinnovo della Grande assemblea nazionale, il parlamento unicamerale del paese formato da 550 deputati eletti ogni quattro anni con un sistema proporzionale

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Giornalisti di tutto il mondo sottoscrivono una petizione per la libertà di stampa in Turchia

Decine di giornalisti, dirigenti di testate editoriali e case editrici internazionali hanno firmato la petizione che chiede al governo turco di “lasciare liberi i giornalisti”, all’indomani della richiesta di ergastolo per il direttore del quotidiano Cumhuriyet da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. L’iniziativa è partita dal quotidiano Zaman e hanno già aderito, tra gli altri, il direttore di Usa Today David Callaway, il direttore del quotidiano pachistano Dawn, Zafer Abbas, il vice presidente di Project Syndacate Jonathan Hoffman e altre firme di testate internazionali come l’Afp e il Guardian.

“A causa dell’aumento delle pratiche autoritarie del governo turco la libertà di informazione sta subendo duri colpi. Ad oggi illustri giornalisti restano dietro le sbarre per i loro articoli” e i loro processi “minacciano la libertà di stampa e il futuro democratico del paese” si legge nella petizione. Attualmente sono dieci i giornalisti in carcere in Turchia tra cui l’editorialista di Taraf Mehmet Baransu, per il quale sono stati chiesti 52 anni di carcere, e il direttore della tv Samanyolu, Hidayet Karaca.

Oltre al quotidiano Cumhuriyet - che ha pubblicato foto e video di camion dei servizi segreti turchi carichi di armi sostenendo che fossero destinate ai miliziani del gruppo Stato islamico in Siria - anche la stampa internazionale è finita negli ultimi giorni sotto gli attacchi di Erdoğan, che ha definito “spazzatura” alcuni articoli apparsi sul New York Times e ha attaccato anche la Bbc e la Cnn. Denunce nei confronti del presidente turco sono arrivate dalle organizzazioni Committee to Protect Journalists e Reporter senza frontiere, nella cui classifica sulla libertà di stampa Ankara è al 149esimo posto su 180 paesi. La Freedom House ha catalogato nel 2015 il paese della mezzaluna come solo “parzialmente libero” e in questi giorni il caso di Cumhuriyet ha fatto riemergere, in tutta la sua forza, il tema della libertà di stampa ed espressione imponendolo sull’agenda elettorale e sulle analisi del voto fuori e dentro la Turchia.

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