Al metodo Stamina “non può annettersi alcuna validità scientifica” e sono emersi “una serie di rischi” collegati alla “attività di estrazione e reinoculazione delle cellule staminali poste in essere fuori dalle dovute precauzioni e al di fuori delle procedure richieste dalla legge”. Lo si legge nelle motivazioni delle tre sentenze della cassazione sul no alla cura presentata da Davide Vannoni. La corte ha anche respinto la richiesta di dissequestro dei materiali per le infusioni del metodo Stamina presso gli ospedali civili di Brescia.

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