Nessun accordo sulle quote di ricollocamento dei richiedenti asilo in Europa
I ministri degli interni dei 28 paesi dell’Unione europea riuniti per un vertice sull’immigrazione in Lussemburgo non hanno trovato un accordo sulle nuove linee guida dell’Unione in materia di immigrazione che prevedono la ridistribuzione dei richiedenti asilo nei diversi paesi dell’Unione attraverso un sistema di quote.
La proposta era stata fatta dalla Commissione europea e prevedeva il ricollocamento nei diversi paesi dell’Unione di 40mila migranti arrivati in Italia e Grecia.
Secondo il ministro dell’interno lettone ci sono molte divergenze tra i paesi europei sulla questione, in particolare i paesi dell’Europa dell’est non vogliono che l’adesione al sistema di quote sia obbligatoria, ma preferiscono che sia volontaria. L’incontro tra i ministri è durato cinque ore, ma non ha portato a nessun accordo. Si discuterà di nuovo della questione a Bruxelles il 25 e 26 giugno.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi che aveva minacciato nei giorni scorsi un piano B se non fosse stato trovato un accordo, ha detto a Porta a porta di essere sicuro che “un accordo ci sarà”.
Prima dell’incontro con i ministri dell’Unione, il ministro dell’interno Angelino Alfano aveva detto che “la scena di Ventimiglia è un pugno in faccia all’Europa ed è la prova che i migranti non vengono in Italia per stare in Italia, ma per andare in Europa ed è dalla scena di Ventimiglia che tutti devono trarre insegnamento”.
Alla fine del vertice Alfano ha detto che il clima è stato positivo. “Abbiamo giudicato un primo passo questa agenda della Commissione, sia per la rottura del muro di Dublino, che i rimpatri”, dice Alfano. “Sui numeri occorre ancora discutere”, ha detto.
Al termine della riunione Francia e Germania hanno confermato la loro posizione, trapelata anche in una conferenza stampa in mattinata. Parigi e Berlino hanno detto di essere favorevoli al sistema delle quote, ma hanno vincolato la loro approvazione alla garanzia da parte dell’Italia che i migranti in arrivo nel paese siano identificati e gli siano prese le impronte digitali.
Inoltre Parigi e Berlino chiedono di affidare la prima accoglienza alle autorità europee che si dovrebbero fare carico della registrazione dei migranti, perché non si fidano delle procedure italiane.
Il commissario per l’immigrazione e gli affari interni Dimitri Avramopoulos ha ripreso Francia, Germania e Austria per l’inasprimento dei controlli alle frontiere che hanno impedito a centinaia di persone di origine straniera di attraversare il confine.