La corte suprema degli Stati Uniti ha rinviato a giovedì 25 giugno l’attesissima sentenza sui matrimoni gay. Il 28 aprile scorso, erano cominciate le audizioni su alcuni casi provenienti da quattro stati in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è vietato con apposite leggi: Tennessee, Kentucky, Michigan e Ohio.

La corte suprema potrebbe decidere che simili divieti sono incostituzionali, imponendo quindi a tutti gli stati di concedere licenze di matrimonio alle coppie omosessuali in base al quattordicesimo emendamento della costituzione, che garantisce la parità dei cittadini davanti alla legge.

Sarebbero così di fatto legalizzati i matrimoni gay in tutti gli stati, mentre finora il matrimonio tra persone dello stesso sesso è riconosciuto solo a livello federale e in autonomia dai singoli stati, e gli stati possono rifiutarsi anche di riconoscere giuridicamente un matrimonio tra omosessuali contratto altrove.

Tra i casi importanti sui quali la corte suprema deve ancora pronunciarsi, c’è anche quello che riguarda la legalità di un aspetto fondamentale della riforma del sistema sanitario voluta dal presidente Barack Obama. Il caso in discussione verte attorno alla legittimità dei sussidi federali garantiti ai cittadini americani obbligati ad acquistare una polizza sanitaria sul mercato delle assicurazioni private, in assenza dei quali l’intero impianto della legge approvata dal Congresso nel 2010 rischierebbe di crollare.

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