Insegnanti e studenti cileni si sono scontrati con la polizia a Santiago mercoledì 23 giugno, dopo aver protestato contro la riforma dell’istruzione promossa dal governo della presidente Michelle Bachelet. È solo l’ultima delle manifestazioni di un grande movimento di contestazione studentesca nato nel 2011. I dimostranti chiedono una maggiore partecipazione nel processo di riforma del sistema educativo, considerando insufficiente il primo pacchetto di misure approvato dal congresso nel gennaio 2015.

Gli agenti hanno usato i cannoni ad acqua per disperdere la folla, che ha bloccato per trenta minuti le strade di fronte al ministero dell’istruzione, urlando “mettiamo giù i nostri evidenziatori, non insegniamo ai ladri politici”. Bachelet ha presentato un provvedimento che dispone un aumento degli stipendi degli insegnanti del 28 per cento ma che prevede un meccanismo di aggiustamento dei salari in base a valutazioni periodiche del docente.


Le contestazioni si inseriscono in un momento difficile per l’esecutivo, che deve affrontare una grave crisi di credibilità dopo gli scandali di corruzione che sono scoppiati nel paese. Gli studenti sono indignati perché alcune società cilene sono state accusate di evadere le tasse e di usare false fatture per finanziare campagne politiche, proprio quando il governo deve trovare fondi per finanziare scuole e università.

Secondo Diego Vela, direttore di Educación 2020, un’organizzazione no profit cilena che promuove l’uguaglianza negli studi, degli 8,3 miliardi di dollari raccolti con l’aumento delle tasse, 5 miliardi sono stati destinati all’istruzione.Tuttavia, sottolinea Vela, la maggior parte di questo denaro è già stata assegnata, lasciando quasi nulla al progetto di legge sull’educazione universitaria.

La prima parte della riforma scolastica, approvata in gennaio, renderà gratuita la scuola dall’asilo agli studi superiori. Il secondo pacchetto dovrebbe essere presentato al congresso nel secondo semestre di quest’anno e si concentra sull’università. Il progetto di legge permetterà a circa 264.000 studenti di frequentare gratuitamente centri di formazione tecnica, istituti professionali accreditati e università del Consejo de rectores, organismo collegiale che riunisce i rettori di venticinque università cilene, pubbliche e private.

I punti principali delle misure sulla scuola già approvate:

- Il ticket che le famiglie pagano alle scuole sarà eliminato a partire da marzo 2016, grazie alle maggiori sovvenzioni statali che riceveranno gli istituti. Prima della riforma, solo la scuola elementare era gratuita, tutti gli altri gradi di istruzione erano finanziati da risorse pubbliche solo al 25 per cento: per questo, molti studenti erano costretti a chiedere prestiti e indebitarsi per proseguire gli studi. Tuttavia, non è ancora chiaro quando il ticket scomparirà del tutto: secondo il governo, entro il 2017 il 93 per cento delle matricole frequenterà la scuola gratuitamente.

- Tutti gli istituti che ottengono aiuti economici statali non potranno remunerare profitti e non potranno selezionare gli alunni. La selezione attraverso prove d’ingresso è consentita solo nelle scuole private.

- Liceos emblemáticos. Sono i licei di riconosciuta tradizione, prestigio ed eccellenza del paese: la riforma prevede che potranno essere selezionate solo il 30 per cento delle matricole, come negli istituti artistici. Il restante 70 per cento verrà scelto attraverso sorteggio.

Il prossimo obiettivo del governo è quello di porre le scuole pubbliche, ora gestite e finanziate dagli enti municipali, sotto il controllo dell’autorità nazionale.

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