If you're not sure where to start on the big Obamacare Supreme Court case, here's a good place http://t.co/2aywTlv2Fg pic.twitter.com/uiXqJ43VZl
— Margot Sanger-Katz (@sangerkatz) June 25, 2015
La corte suprema degli Stati Uniti ha confermato che il governo federale può offrire sussidi ai cittadini per acquistare una assicurazione sanitaria, così come stabilito dall’Affordable care act, chiamato anche Obamacare. La decisione dei nove giudici rappresenta una vittoria per il presidente Barack Obama e di fatto va contro la richiesta di 36 stati, che invece chiedevano l’abolizione della pratica stabilita dalla riforma sanitaria in vigore dall’ottobre del 2013.
La controversia era scaturita da un passaggio poco chiaro della riforma. Nella sezione 1311, infatti, si stabilisce che i sussidi federali possono essere garantiti solo ai cittadini che acquistano una copertura sanitaria all’interno dei mercati online – di fatto dei siti internet – stabiliti da ciascuno stato. Ma proprio tra questi mercati non viene citato quello federale, il sito healthcare.gov da sempre promosso da Obama, che invece appare nella sezione 1321. Il ricorso si basava proprio su questo cavillo.
L’Obamacare obbliga tutti i cittadini statunitensi ad avere un’assicurazione sanitaria, garantendo però una serie di sussidi e di sgravi fiscali agli strati più poveri della popolazione. Secondo i dati del governo, dopo la riforma il numero dei non assicurati è sceso da 42 milioni a 29 milioni. Se la corte suprema avesse deciso diversamente, 6,5 milioni di persone in una decina di stati avrebbero perso la possibilità di avere i sussidi e molti altri si sarebbero visti aumentare il premio da pagare. Inoltre sarebbe stato un duro colpo all’amministrazione Obama per una delle riforme su cui il presidente statunitense si è speso di più negli ultimi anni.
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