La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato la sede del Congresso popolare generale, il partito dell’ex presidente dello Yemen, Ali Abdullah Saleh, alleato dei ribelli sciiti houthi. Nell’attacco sono morte diverse persone tra i dipendenti e le guardie dell’edificio, che si trova nel quartiere di Hadda, nel sud della capitale Sanaa. L’attacco è avvenuto mentre in un’altra zona della città i dirigenti del partito incontravano l’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismail Ould Cheikh Ahmed. Il partito ha accusato la coalizione araba di voler portare i colloqui al fallimento.

L’inviato dell’Onu è arrivato a Sanaa ieri con l’obiettivo di rilanciare il processo di pace e di ottenere una tregua umanitaria nel paese. Nonostante la sua presenza, la coalizione ha proseguito i bombardamenti, prendendo di mira anche le abitazioni del nipote di Saleh e di alcuni sostenitori degli houthi nella capitale e le postazioni militari dei ribelli nelle città di Amran e Al Mokha.

L’ex presidente Saleh, salito al potere nel 1978, si è dimesso all’inizio del 2012 in seguito alle proteste popolari ispirate dalle primavere arabe. Si è alleato con gli houthi, che da settembre hanno conquistato ampie zone del paese, nel tentativo di riprendere il potere e cacciare il governo del nuovo presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, fuggito in Arabia Saudita di fronte all’avanzata dei ribelli.

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