Il tribunale di Taranto ha rinviato a giudizio 44 persone e tre aziende (Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici) nell’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva di Taranto. Tra gli imputati c’è anche l’ex presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata.
Secondo l’accusa, tra il giugno 2010 e il marzo 2011 Nichi Vendola avrebbe esercitato pressioni su Giorgio Assennato, direttore generale dell’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) della Puglia, per far ammorbidire la posizione dell’agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’Ilva. In questo modo, sostiene la procura, Vendola avrebbe permesso all’azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti.
Sempre secondo l’accusa, Vendola avrebbe minacciato di non rinnovare il mandato di Assennato, in scadenza nel febbraio 2011. La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l’ex responsabile per i rapporti istituzionali dell’Ilva, Girolamo Archinà, l’ex vicepresidente di Riva fire, Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, e l’avvocato dell’Ilva, Francesco Perli.
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