Il 22 luglio i giudici della corte di assise di appello di Milano hanno condannato all’ergastolo per la strage di piazza della Loggia a Brescia Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, entrambi esponenti del Movimento politico ordine nuovo, il gruppo neofascista attivo in Italia negli anni settanta. I due imputati sono liberi perché la sentenza non è definitiva. La procura generale di Milano però potrebbe chiedere un’ordinanza di custodia cautelare per pericolo di fuga.
Il tribunale ha anche disposto un risarcimento di quattro milioni e mezzo di euro a favore dei familiari delle vittime. Si tratta di risarcimenti simbolici perché i due imputati, ormai anziani, non hanno le disponibilità economiche per adempirli.
La corte ha inoltre disposto il risarcimento di un milione di euro al comune di Brescia, di 300mila euro alla camera del lavoro di Brescia e di 200mila euro a favore della Cisl e della Uil.
Come si è arrivati a oggi:
- Il 28 maggio 1974 in piazza della Loggia, a Brescia, si svolgeva una manifestazione antifascista organizzata dai sindacati. Alle 10.12 l’esplosione di una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre cento.
- Nel 1979 i giudici della corte d’assise di Brescia condannano all’ergastolo alcuni esponenti dell’estrema destra bresciana. Nel 1982, in secondo grado, e nel 1987, in cassazione, le condanne sono annullate.
- Un secondo filone di indagine parte nel 1984 dopo le rivelazioni di alcuni pentiti. Sotto accusa sempre rappresentanti della destra eversiva: gli imputati sono assolti in primo grado nel 1987, per insufficienza di prove, e prosciolti in appello nel 1989 con formula piena.
- Nel 1993 comincia la terza inchiesta. Il verdetto arriva nel 2010: i giudici della corte d’assise di Brescia assolvono i cinque gli imputati Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti. Nel 2012 la sentenza è confermata in secondo grado. Ma nel 2014 la cassazione stabilisce che devono essere approfondite le posizioni di Maggi e Tramonte, anche collaboratore dei servizi segreti, per i quali ieri è arrivata la condanna.
- La sentenza potrebbe essere sottoposta a un ricorso in cassazione. In caso di condanna definitiva, Carlo Maria Maggi, che ha 81 anni e problemi di salute, probabilmente non andrebbe in carcere. Mentre Maurizio Tramonte, che ha 63 anni, potrebbe finirci.
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