Le dimissioni del primo ministro Alexis Tsipras e la scissione del primo partito del parlamento di Atene aprono una nuova fase di incertezza per la Grecia.

Cosa succede dopo le dimissioni del premier?

Nel caso in cui il premier si dimetta o sia sfiduciato dall’assemblea prima della fine del mandato, la costituzione greca concede al secondo partito più votato tre giorni di tempo per provare a formare un governo. Nel caso fallisse, l’incarico passa al terzo, per i successivi tre giorni. Se anche questo non riesce a dare vita a un esecutivo, il presidente convoca nuove elezioni da celebrare entro 30 giorni.

Il mandato è da oggi nelle mani del primo partito dell’opposizione, il conservatore Nea Dimokratia, quello di cui fa parte l’ex premier Antonis Samaras, che occupa 76 seggi del parlamento. Il suo leader Evangelos Meimarakis ha ricevuto formalmente l’incarico dal presidente Prokopis Pavlopoulos: “Ci impegneremo per trovare una soluzione. Abbiamo il dovere di farlo”, ha affermato. Le sue probabilità di successo sono scarse perché gli altri partiti europeisti e favorevoli al piano di aiuti firmato da Tsipras (Pasok e To Potami) hanno già detto che non intendono creare nuove maggioranze né appoggiare esecutivi di minoranza.

L’incarico conoscitivo passerà allora al gruppo successivo per numero di deputati, cioè quello appena formato Leiki Anotita o Unità popolare (Lea), che ha 25 seggi. “Prenderemo il mandato e lo utilizzeremo”, ha affermato Dimitris Stratoulis, che ha lasciato Syriza per la nuova formazione. Il suo leader Panayiotis Lafazanis ha annunciato che il partito si batterà per cancellare il terzo piano di salvataggio e per tagliare il debito. Ma è improbabile che riuscirà a stabilire alleanze che gli permettano di formare un esecutivo e di evitare le elezioni anticipate: nessuno dei partiti di opposizione ha i numeri.

Quindi probabilmente greci andranno alle urne di nuovo il 20 settembre, appena otto mesi dopo che Syriza è stato eletto su un programma contro l’austerità.

Che possibilità ha Tsipras di vincere?

Il premier dimissionario scommette sul fatto che la vittoria alle elezioni anticipate lo renderà più forte, in grado di prescindere dagli esponenti di Syriza che l’hanno ostacolato sul piano di salvataggio e che si presenteranno con una lista indipendente. Nonostante Tsipras abbia finito per accettare tagli e innalzamenti delle tasse che prima aveva respinto, un sondaggio condotto dall’istituto Metron Analysis il mese scorso gli ha dato un indice di gradimento del 61 per cento. Il supporto per Syriza arriva al 34 per cento, confermando il partito del premier dimissionario al primo posto nel paese. Inoltre, se le elezioni si terranno davvero il 20 settembre, i dissidenti di Syriza confluiti in Ela avranno poco tempo per organizzarsi sul territorio.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it