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Undici milioni di Volkswagen avevano il software truccato

La sede del gruppo tedesco a Pasadena, in California, negli Stati Uniti, il 21 settembre del 2015. (Mario Anzuoni, Reuters/Contrasto)

L’accusa
Il 18 settembre la Environmental protection agency (Epa) degli Stati Uniti, cioè l’agenzia federale che vigila sul rispetto delle leggi e degli standard ambientali, ha accusato la casa automobilistica tedesca Volkswagen di aver falsificato i dati sulle emissioni inquinanti di alcuni modelli con motore diesel.

Questi modelli, a marchio Volkswagen e Audi, dispongono di un software che secondo l’Epa trucca i test ambientali: si tratta di un sistema capace di rilevare in che momento la macchina è sottoposta ai test sulle emissioni, in modo da tenere attivo il sistema di limitazione dei gas tossici solo in quel lasso di tempo. Negli altri momenti, è l’accusa dell’Epa, i veicoli inquinano molto più di quanto comunicato dalla casa produttrice. Nello specifico dai tubi di scappamento di quelle macchine esce fino a 40 volte di più di quanto dichiarato di monossido di azoto, una sostanza che provoca asma e malattie respiratorie.

I vertici dell’azienda hanno avviato delle indagini e hanno chiesto scusa per aver tradito la fiducia dei consumatori. Per la casa automobilistica più grande e ricca del mondo, il danno di reputazione è incalcolabile. Il danno materiale, invece, ha questi numeri.

  • 11 milioni: le auto coinvolte in tutto il mondo, secondo il comunicato dell’azienda.
  • Il software truccato è installato sui modelli con motore diesel Volkswagen Jetta, Beatle e Audi A3 costruiti dal 2009 al 2014 e sulle Golf e le Passat prodotte nel 2014 e nel 2015.
  • 482mila: le macchine richiamate in azienda negli Stati Uniti.
  • 18 miliardi di dollari: La multa dell’Epa per ogni veicolo “truccato” è di 37,5 dollari. Se si moltiplica questa sanzione per le macchine coinvolte, l’azienda potrebbe dover pagare 18 milioni solo negli Stati Uniti.
  • 6,5 miliardi di euro: la cifra che società tedesca ha annunciato di voler accantonare nel terzo trimestre del 2015 per coprire i conti dello scandalo. Ma la somma potrebbe aumentare.
  • 20 per cento: le perdite dei titoli Volkswagen alla borsa di Francoforte, nella seduta del 22 settembre. Il giorno prima, il titolo aveva perso altrettanti punti. Giovedì 17 settembre, prima dello scandalo, ogni titolo Volkswagen valeva 167,60 euro. Oggi si aggira attorno ai 109 euro.

Italia
Il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha avviato un’indagine per capire se la stessa cosa è successa anche alle macchine vendute in Italia. Per questo, il ministro Graziano del Rio ha interpellato il Kraftfahrt-Bundesamt (Kba), il maggiore omologatore delle auto coinvolte nello scandalo, e l’azienda costruttrice. Comunque, i limiti di sostanze tossiche permessi sono diversi tra Europa e Stati Uniti.

Unione europea
La Commissione europea convocherà a breve una riunione delle autorità nazionali responsabili della vigilanza sui gas di scarico dei veicoli. L’Unione europea ha la competenza sulla definizione dei limiti delle emissioni dei veicoli e dei test per verificarli. Il monitoraggio, però, spetta alle autorità nazionali che hanno la strumentazione per fare i test.

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