Cosa sappiamo dell’omicidio del cooperante italiano a Dhaka
Il ministero degli esteri italiano ha confermato la morte del cooperante Cesare Tavella, che lunedì 28 settembre è stato colpito da tre colpi d’arma da fuoco, sparati da alcuni uomini poi fuggiti in moto, nel quartiere diplomatico di Dhaka, la capitale del Bangladesh. Il cooperante stava facendo jogging ed è morto prima di arrivare in ospedale.
La presunta rivendicazione del gruppo Stato islamico. Site institute, una società statunitense che monitora l’attività dei gruppi jihadisti online, ha annunciato la rivendicazione dell’omicidio da parte del gruppo Stato islamico. La direttrice di Site, Rita Katz, lo ha reso noto con alcuni tweet.
Tuttavia, le autorità del Bangladesh non hanno finora trovato prove del coinvolgimento del gruppo jihadista, lo ha riferito un funzionario del ministero dell’interno di Dhaka, Asaduzzaman Khan Kamal. Ma l’ipotesi della rapina è stata esclusa dagli inquirenti dato che la vittima aveva addosso tutti i suoi effetti personali.
Il lavoro di Tavella come cooperante. Tavella era nato a Milano nel 1964 e aveva la residenza a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna. Lavorava per Icco, un’agenzia olandese di aiuto allo sviluppo con uffici in diversi paesi del mondo, tra cui il Bangladesh. L’azienda ha rilasciato un comunicato di condoglianze alla famiglia. In particolare, Tavella era impegnato nella direzione di Proofs (Profitable opportunities for food security), un progetto sulla sicurezza alimentare e lo sviluppo economico delle zone rurali.