#buonenotizie 19 Stati #UE su 28 hanno chiesto a Commissione di vietare coltivazione #ogm pic.twitter.com/HgULBfIPSQ
— Francesco Ferrante (@FranFerrante) 5 Ottobre 2015
L’Italia e altri diciotto paesi dell’Unione europea, tra cui Francia e Germania hanno notificato alla Commissione europea una richiesta per il divieto di coltivazione, sul proprio territorio nazionale, degli ogm autorizzati a livello europeo. La richiesta è stata fatta in base alla nuova direttiva europea 2015/412 dell’11 marzo scorso, che consente agli stati membri la possibilità di limitare o vietare la coltivazione degli organismi geneticamente modificati.
La richiesta doveva essere avanzata entro il 3 ottobre per quanto riguarda quattro varietà di mais ogm – Monsanto MON810, Pioneer TC1507, e Syngenta GA21 e Bt11. Nove paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia e Ungheria) avevano vietato la coltivazione del mais geneticamente modificato MON810 già prima dell’approvazione della nuova direttiva, ricorrendo alle cosiddette clausole di salvaguardia.
Per i paesi che decidessero di aggiungersi alla lista le procedure saranno più complicate: bisognerà indicare una serie di motivazioni per il divieto di coltivazione, che la Commissione europea dovrà verificare e che l’organizzazione mondiale del commercio (Wto) potrebbe contestare.
Finora solo un tipo di mais ogm si coltiva nell’Unione europea: si tratta di una specie resistente a un tipo di insetto particolarmente diffuso in Spagna, dove la coltura è stata adottata. Il 26 ottobre il parlamento europeo voterà sulla proposta della Commissione per introdurre una clausola di esclusione (opt-out) anche per l’importazione di mangime ogm, attualmente utilizzato in molti paesi dell’Unione, anche tra quelli che si sono opposti alla coltivazione di piante transgeniche.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it