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Ancora 33 dispersi dopo il raid contro l’ospedale di Msf a Kunduz

L’ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz, in Afghanistan, prima dell’attacco. (Msf)

Il capo della missione di Medici senza frontiere (Msf) in Afghanistan, Guilhem Molinie, ha detto che non si hanno ancora notizie di nove pazienti e 24 dipendenti dell’organizzazione che il 3 ottobre si trovavano nell’ospedale di Kunduz quando è stato bombardato dai caccia statunitensi. Molinie ha parlato in una conferenza stampa a Kabul. Nell’attacco sono morte almeno 22 persone a cui potrebbero quindi aggiungersi i dispersi.

Il responsabile di Msf ha detto che non ci sono le condizioni perché l’ospedale possa riaprire e che la sua organizzazione non manderà altro personale a Kunduz, che al momento non dispone di strutture ospedaliere.

Il presidente statunitense Barack Obama ha telefonato ieri, 7 ottobre, alla presidente di Medici senza frontiere, Joanne Liu, per scusarsi ed esprimerle le sue condoglianze. Ma l’organizzazione umanitaria continua a chiedere un’inchiesta internazionale indipendente sull’attacco, ritenuto “un crimine di guerra”.

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