Gli Stati Uniti vogliono risarcire le vittime del bombardamento americano dell’ospedale di Medici senza frontiere (Msf) a Kunduz, nel nord dell’Afghanistan, dove il 3 ottobre sono morte almeno 22 persone.

L’esercito statunitense “lavorerà con coloro che sono stati colpiti” da questo raid aereo per “determinare il risarcimento appropriato”. L’esercito verserà anche del denaro per ricostruire l’ospedale, ha precisato il portavoce della difesa Peter Cook.

Msf ha richiamato tutto il suo personale all’indomani del raid nel quale sono rimasti uccisi 12 operatori dell’ong e dieci pazienti, tra cui tre bambini. Il bilancio delle vittime, tuttavia, non è definitivo perché 24 persone sono ancora disperse. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato le sue scuse ufficiali a Msf e ha ammesso che c’è stato un errore.

Medici senza frontiere accusa le truppe della Nato e gli Stati Uniti di aver violato la Convenzione di Ginevra e di aver commesso un crimine di guerra, bombardando un ospedale. Msf sostiene di aver comunicato sia alla Nato, sia alle truppe afgane le coordinate dell’ospedale. Per questo l’organizzazione chiede l’apertura di una commissione d’inchiesta indipendente. Anche, secondo alcuni analisti, l’unico modo per ottenere un’inchiesta indipendente sul bombardamento a Kunduz è quello di ricorrere alla Corte penale internazionale.

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