Al blogger saudita Raif Badawi il premio Sakharov per la libertà d’espressione
Il parlamento europeo ha assegnato il premio Sakharov per la libertà d’espressione del 2015 al blogger saudita Raif Badawi, 31 anni, arrestato nel 2012 per oltraggio all’islam e condannato a dieci anni di carcere, mille frustate e una multa equivalente a circa 240mila euro. Il presidente del parlamento Martin Schulz ha rinnovato un appello per il suo immediato rilascio al re saudita Salman. La cerimonia di consegna del premio avverrà a Strasburgo il 16 dicembre 2015.
Badawi era candidato da socialisti, conservatori e Verdi che hanno anticipato su Twitter l’annuncio ufficiale di Schulz in plenaria. L’aula del parlamento europeo ha salutato l’annuncio con una standing ovation.
Badawi è stato condannato per la creazione del sito Liberal Saudi network, un forum di discussione sul ruolo politico e sociale dell’islam in Arabia Saudita. In gennaio ha ricevuto le prime cinquanta frustate: il resto della pena è stato sospeso per ragioni di salute, ma a giugno la corte suprema saudita ha confermato la condanna nonostante le proteste della comunità internazionale. La moglie di Badawi, Ensaf Haidar, e i loro tre figli hanno ottenuto asilo politico in Canada nel 2013.
In settembre è stato pubblicato anche in Italia 1000 frustate per la libertà (Chiarelettere), un’antologia degli interventi online di Badawi che trattano di diversi temi, come l’estremismo religioso, la primavera araba, il ruolo delle donne nella cultura islamica, e il rapporto con gli occidentali.
Badawi ha già ricevuto diversi premi. All’inizio di ottobre Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia e ideatore di una campagna in supporto di Raif Badawi attraverso la fondazione Jimmy Wales, ha ritirato in sua vece il premio Pen Pinter: il blogger saudita ne è stato insignito insieme al poeta britannico James Fenton, che ha fatto il suo nome per ricevere il riconoscimento.
Il premio Sakharov, che deve il suo nome al fisico e dissidente sovietico Andrej Sakharov, è stato istituito nel 1988. Ogni anno viene consegnato a persone o organizzazioni che hanno contribuito alla lotta per i diritti umani e la democrazia. Gli altri candidati per il 2015 erano il movimento di opposizione venezuelano Mesa de la unidad democrática e il leader dell’opposizione russa Boris Nemtsov, assassinato il 27 febbraio di quest’anno.