La Russia interrompe le forniture di gas all’Ucraina mentre la Crimea resta al buio
Sono sempre più tese le relazioni tra Russia e Ucraina dopo che Gazprom – il principale produttore russo di gas naturale – ha annunciato la sospensione delle sue forniture a Kiev e ha minacciato di sospendere quelle di carbone, alzando i toni dello scontro relativo a un’interruzione di elettricità in Crimea. Il premier ucraino Arsenij Jacenjuk ha risposto affermando di aver trovato gas a tariffe più convenienti. I contrasti tra i due paesi sono peggiorati dopo il sabotaggio delle linee elettriche che ha lasciato al buio la penisola di Crimea, annessa alla Russia nel marzo 2014, e ora rischia di vacillare anche il cessate il fuoco tra Kiev e i separatisti filorussi.
Gazprom aveva già minacciato l’interruzione delle forniture di gas all’Ucraina a causa di un mancato pagamento dell’anticipo sulle consegne. Kiev ha subito precisato che garantirà il transito dei gasdotti russi verso l’Europa, i cui paesi dellUe comprano dalla Russia circa un terzo del loro fabbisogno di gas: la metà passa attraverso i gasdotti che attraversano l’Ucraina.
A novembre Kiev ha già importato 400 milioni di metri cubi di gas russo e il ministro dell’energia Volodymyr Demchyshyn ha detto che per questa settimana il paese ha una riserva di gas sufficiente.
In Crimea dopo il blackout
Il ministro dell’energia russo, Alexander Novak, accusa le autorità ucraine di boicottare la ricostruzione delle linee elettriche in Crimea, che nel fine settimana sono state fatte saltare da sabotatori. La penisola, che ha due milioni di abitanti, si sta affidando ad alcuni generatori d’emergenza per soddisfare le proprie esigenze elettriche di base, mentre alcuni attivisti ucraini, tra cui anche milizie nazionaliste e cittadini di origine tatara, stanno impedendo le riparazioni. Il governo ucraino ha bollato come “totalmente prive di fondamento” le accuse che Kiev stia tacitamente sostenendo questi attivisti.
Le frizioni potrebbero amplificare le tensioni tra l’Ucraina e i combattenti filorussi nell’est del paese, dove un recente aumento di violazioni del cessate il fuoco rischia di rompere la tregua dopo due mesi di calma relativa.
Di fronte alla minaccia di un blocco delle importazioni da parte di Mosca per avere sostenuto le sanzioni contro la Russia, l’Ucraina ha annunciato che risponderà a sua volta con delle limitazioni commerciali e potrebbe bloccare l’invio di merci in Crimea. Kiev ha anche invitato i paesi occidentali a non alleggerire la pressione sul Cremlino, nel timore che la cooperazione con Mosca nella lotta ai jihadisti in Siria potrebbe spingere a un riavvicinamento tra l’Unione europea e la Russia.
In un ulteriore segno della crescente tensione, Kiev ha anche accusato la Russia di un aggressivo assembramento di truppe in Crimea, dopo l’invio, il 24 novembre, di altri due battaglioni altamente addestrati nella zona. La settimana scorsa l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha messo in guardia dalla “grande precarietà” del cessate in fuoco a est, visto che entrambe le parti ricorrono regolarmente all’artiglieria nonostante la promessa di ritirare le armi pesanti dal fronte.
La Russia sta disponendo dei cavi sotto il mar Nero per fornire elettricità alla Crimea, limitandone così la dipendenza dall’Ucraina, e il 24 novembre ha annunciato di aver anticipato di due giorni, ovvero al 20 dicembre, la data di scadenza della prima fase del progetto.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Una versione di questo articolo è stata pubblicata dalla Reuters. Clicca qui per vedere l’originale.