Arrestato il direttore del quotidiano Cumhuriyet in Turchia
In Turchia un tribunale ha ratificato l’arresto di Can Dündar, direttore del quotidiano di sinistra Cumhuriyet, e del giornalista Erdem Gül, caporedattore dell’ufficio di Ankara dello stesso giornale. Sono accusati di spionaggio e di “divulgazione di segreti di stato”, per aver sostenuto in un articolo che i servizi segreti turchi hanno consegnato armi ai ribelli siriani. I giornalisti rischiano fino a 25 anni di prigione ed entrambi sono in detenzione preventiva.
Secondo il quotidiano Cumhuriyet, nel gennaio del 2014 le forze di sicurezza turche hanno intercettato un convoglio di camion al confine tra Turchia e Siria e hanno scoperto un carico di armi e munizioni destinate ai ribelli islamisti, in guerra contro il regime di Bashar al Assad. I camion sequestrati sarebbero stati mandati dall’organizzazione turca di intelligence nazionale (Mit).
Le rivelazioni, pubblicate a maggio, hanno causato una tempesta politica in Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha affermato che Dündar avrebbe pagato “un prezzo pesante” per le sue accuse. Il presidente in persona ha presentato una denuncia penale contro il direttore di Cumhuriyet. Il governo ha negato di aver aiutato i ribelli islamici come il gruppo Stato islamico in Siria. Il governo turco si oppone con forza al regime di Bashar al Assad e nei negoziati di pace in corso a Vienna si è schierato sempre contro la possibilità che Assad abbia un ruolo nel governo di transizione sul quale Russia, Stati Uniti e Unione europea vorrebbero che si convergesse in vista delle elezioni in Siria, come possibile piano di pace per uscire dal conflitto in corso da quattro anni.
“Questa sentenza ci fa onore”, ha dichiarato Dündar a giornalisti e rappresentanti delle ong prima di essere arrestato. Reporters sans frontières (Rsf) ha chiesto al giudice di respingere le accuse contro i due giornalisti e ha definito il processo una “persecuzione politica”. Il quotidiano Cumhuriyet ha ricevuto nel 2015 il Premio per la libertà di stampa di Reporters sans frontières .
“Se questi due giornalisti sono imprigionati, sarà un’ulteriore prova che le autorità turche sono pronte a usare questi metodi per reprimere il giornalismo indipendente in Turchia”, ha detto il segretario generale di Rsf Christophe Deloire in un comunicato. Nel 2015 Reporters sans frontières ha classificato la Turchia al 149° posto nella classifica della libertà di stampa in 180 paesi. L’organizzazione ha denunciato un “pericoloso aumento della censura” nel paese.