La destra statunitense punta su Ted Cruz nell’ultimo confronto in tv tra candidati repubblicani
Dopo Jeb, Ben, Carly e Marco, è arrivato il momento di Ted nella corsa all’investitura repubblicana per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La destra anti-Trump si augura che il senatore Ted Cruz possa mettere in difficoltà l’imprenditore miliardario durante il quinto e ultimo dibattito tra i candidati alle primarie repubblicane, il 15 dicembre a Las Vegas.
Il confronto tra i nove candidati repubblicani meglio posizionati nella corsa all’investitura del 2016 comincerà alle 17.30 ora locale (le 2.30 del mattino in Italia) all’hotel Venitian di Las Vegas, nell’ovest degli Stati Uniti. Il dibattito sarà trasmesso da Cnn e Cnn International, e sarà visibile gratuitamente sul sito dell’emittente per gli utenti americani. Due ore e mezza prima, nello stesso luogo si svolgerà un dibattito tra i quattro candidati che negli ultimi sondaggi hanno ottenuto il minor numero di consensi.
In novembre il neurochirurgo in pensione Ben Carson sembrava una minaccia all’avanzata di Donald Trump ma oggi è in caduta libera nei sondaggi. A settembre, un’effimera euforia aveva circondato i sostenitori di Carly Fiorina, unica donna in corsa, poi scomparsa di scena. Il senatore della Florida Marco Rubio si è comportato ottimamente negli ultimi due dibattiti, ma nei sondaggi non riesce a superare il 15 per cento delle preferenze. Quanto a Jeb Bush, sono mesi che resta al quinto posto per quantità di consensi.
Adesso è arrivato il momento di Ted Cruz.
Ted Cruz è dato vincente dai sondaggi nell’Iowa, dove il primo febbraio cominceranno le primarie
Il quarantaquattrenne senatore del Texas è il beniamino degli ultraconservatori e del Tea party fin dalla sua elezione al senato nel 2012. Nei sondaggi d’opinione nazionali è ancora lontano dal miliardario, che può contare sul 41 per cento delle intenzioni di voto secondo un sondaggio pubblicato dalla Cnn lunedì. Secondo un’indagine effettuata da Washington Post e Abc, il 59 per cento dei repubblicani sono inoltre a favore dell’idea di Trump di vietare l’ingresso negli Stati Uniti ai musulmani.
Tuttavia Ted Cruz gli sottrae molte preferenze nell’Iowa, roccaforte dei conservatori evangelici, che sarà anche lo stato dal quale il primo febbraio avrà inizio il ciclo delle primarie, e risulta in vantaggio nei suoi confronti in tre sondaggi pubblicati nell’ultima settimana. Questi sondaggi, in un piccolo stato rurale, non offrono garanzie sul futuro vincitore delle primarie ma influenzano campagna e strategia dei candidati. Forse per questo Donald Trump ha definito “una specie di pazzo” il suo nuovo rivale.
Nel corso del prossimo dibattito, il senatore texano sarà immediatamente a sinistra del miliardario. “Il denominatore comune è che i loro elettori sono infuriati”, sostiene Seth McKee, professore di scienza politica all’università Texas Tech. “Cruz si oppone al suo stesso partito. È irremovibile sui principi e piace ai quegli elettori arrabbiati che rimproverano ai repubblicani di essere stati eletti e di non aver fatto quello che avevano promesso”.
In passato Ted Cruz ha sostenuto cause conservatrici di fronte alla Corte suprema e mantiene l’oratoria lenta, precisa e tagliente degli avvocati, al prezzo di una mancanza di spontaneità nei dibattiti, dove a procurare vantaggio sono le frasi concise o le piccole battute improvvisate durante le discussioni tra candidati.
Il senatore porta avanti una campagna per le primarie molto tradizionale, tutta a destra
“È molto intelligente e possiede una strategia che segue assiduamente. È molto disciplinato”, analizza Bruce Buchanan, professore all’Università del Texas a Austin. “E questo lo ha aiutato a rimanere ottimista fino a oggi”.
Il senatore, detestato da molti suoi colleghi a Capitol hill per la sua intransigenza, porta avanti una campagna per le primarie molto tradizionale, tutta a destra, con l’obiettivo di convincere la base conservatrice del fatto che il Partito repubblicano ha perso le presidenziali del 2008 e del 2012 perché aveva proposto candidati troppo moderati.
La sua mancanza di esperienza politica (al momento delle presidenziali avrà trascorso appena quattro anni in senato, come Barack Obama nel 2008) non rappresenta un limite per i suoi sostenitori. “Antepongono l’ideologia al pragmatismo”, secondo il professor Buchanan. “Ed è quel che funziona in questo momento”. Di fronte a questi due candidati anti-sistema, i repubblicani moderati sono ancora alla ricerca di un salvatore capace di battere Hillary Clinton, la favorita tra i democratici, nelle elezioni di novembre.
Marco Rubio, senatore della Florida di origine cubana, ha recentemente ricevuto il sostegno di molti e influenti grandi donatori del partito, segno che le sue quotazioni all’interno dell’establishment sono in ascesa nonostante, come Ted Cruz, sia entrato in senato soprattutto sulla scia del successo del Tea party.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è stato pubblicato la prima volta dall’Afp.