La Spagna va alle urne, ma i partiti tradizionali sono in difficoltà
La Spagna andrà alle urne il 20 dicembre per rinnovare il parlamento: secondo gli ultimi sondaggi il Partito popolare è in testa ma con un margine basso. Le elezioni sanciranno la fine del bipartitismo e l’affermazione di un sistema con quattro partiti che si rincorrono per una manciata di voti.
Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, di fronte alle previsioni di una vittoria di misura, ha già dichiarato di essere pronto a formare un governo di coalizione per garantire stabilità al paese.
Infatti i conservatori del Partito popolare (Pp), che hanno governato nel corso degli ultimi quattro anni, sono dati per vincenti, ma con un consenso ben al di sotto di quello ottenuto alle elezioni del 2011.
Si contendono la seconda posizione i tre principali rivali del Pp: il Partito socialista (Psoe), i liberali di Ciudadanos e il partito di sinistra Podemos. I tre partiti sono dati testa a testa negli ultimi sondaggi.
Rajoy non ha chiarito con quale partito intende allearsi per formare un eventuale governo di coalizione.
Un elettore su tre tra quelli intervistati si è rifiutato di esprimere una preferenza, ha dichiarato di essere indeciso, o ha espresso l’intenzione di astenersi. Per questo motivo i risultati elettorali potrebbero essere incerti e costringere il vincitore a stringere alleanze di governo.
I partiti tradizionali sono coinvolti in scandali di corruzione e accusati di aver accentuato le disuguaglianze sociali con le politiche di austerità varate in un periodo di forte crisi economica. I favoriti a formare il governo con i popolari sono i liberali di Ciudadanos, guidati dal carismatico Albert Rivera, 36 anni, barcellonese. Ma Rivera ha escluso qualsiasi possibilità di un’alleanza con i popolari e i socialisti.
Ciudadanos sarà la sorpresa delle elezioni
Albert Rivera, leader del partito di centro Ciudadanos, è la grande sorpresa delle elezioni legislative del 2015. Secondo alcuni sondaggi, Rivera è l’uomo politico preferito dagli spagnoli. Avvocato catalano di 36 anni ha portato il suo partito a diventare una forza competitiva con i socialisti e la sinistra di Podemos. Nei suoi comizi elettorali, Rivera cita Gandhi, Kennedy e Victor Hugo e promette di superare le divisioni politiche e le dispute territoriali nel paese e di restituire agli spagnoli un progetto comune e di risanare la Spagna.
Come Podemos, nato dal movimento degli indignati, Ciudadanos difende l’idea che la Spagna ha bisogno di una “seconda transizione”, dopo quella che ha permesso al paese di voltare pagina dopo la dittatura di Francisco Franco alla fine degli anni settanta. “Dopo quaranta anni di democrazia , le nostre istituzioni devono essere riformate. Dobbiamo modernizzare il paese e penso che sia logico che questo passo sia condotto da un partito di centro, in grado di trattare sia con la vecchia destra sia con la vecchia sinistra, piuttosto che un partito di estrema sinistra che lascerebbe molte persone fuori dal processo di rinnovamento”, ha dichiarato Rivera a Le Monde. Affiliato al gruppo Alleanza dei liberali e dei democratici europei, Rivera dice di essere vicino a François Bayrou e Nick Clegg, ma anche a Matteo Renzi e Manuel Valls, “la corrente incarnata dai progressisti liberali”.
In Spagna la disillusione verso i partiti tradizionali non ha portato al successo dei partiti dell’estrema destra, come nel resto dell’Europa, ma invece si è incanalato nell’ascesa di un movimento di sinistra come Podemos e di un partito di centro come Ciudadanos, che da una parte critica l’establishment politico tradizionale, ma ha fatto del superamento della destra e della sinistra e dell’ambiguità ideologica il suo principale orientamento in campagna elettorale.
Gli indecisi e l’elettorato femminile
Gli indecisi sono il 25 per cento e, secondo l’analisi del País, nel 62 per cento dei casi si tratta di donne. In termini assoluti le elettrici sono 17.868.107, 1.104.580 in più rispetto agli uomini. Anche per questo nella chiusura della campagna elettorale i leader dei diversi partiti si stanno rivolgendo soprattutto alle donne e questo vale in particolare per il leader socialista Pedro Sánchez che pensa di poter conquistare il loro voto grazie a un programma più orientato all’uguaglianza di genere e al welfare rispetto a quello dei popolari, più concentrato sui temi dell’economia e della crescita.
Tuttavia potrebbero essere proprio le donne a votare in massa per i partiti come Podemos e Ciudadanos. “Se per il Partito popolare la base elettorale è costituita dagli anziani, la base del Psoe è principalmente femminile”, spiega a El País Francisco Camas, politologo e analista dell’istituto di sondaggi Metroscopia. Ma nel 2011 sono state le donne a punire il Partito socialista e a votare per il Pp, che ha ricevuto il 14 per cento di voti in più dalle donne rispetto al Psoe.
Secondo gli ultimi sondaggi, tra gli elettori del Pp il 17 per cento sono uomini e il 17 per cento donne, nel Psoe invece le donne sono il 2,2 per cento in più degli uomini. Mentre Podemos e Ciudadanos attingono a un elettorato soprattutto maschile.
Il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, ha proposto recentemente di eliminare l’aggravante penale nei delitti compiuti dagli uomini contro le loro compagne o ex compagne. Podemos e Psoe hanno promesso di abolire le restrizioni introdotte dai popolari alla legge sull’aborto e di facilitare l’accesso alla pillola del giorno dopo. Mentre il Partito popolare ha promesso maggiore sostegno alle famiglie con figli, ma si è concentrato soprattutto sulla creazione di nuovi posti di lavoro, senza particolare attenzione all’elettorato femminile.