Il petrolio ha proseguito la sua corsa al ribasso nel 2016. Il Brent (il riferimento mondiale per il mercato del greggio) il 6 gennaio ha raggiunto i 35 dollari al barile. Non accadeva da undici anni. Il Brent ha perso il 4,2 per cento, raggiungendo i prezzi del primo luglio del 2004. Il prezzo del greggio statunitense è sceso del 3,3 per cento, arrivando a 34,7 dollari al barile.
Malgrado i timori per il peggioramento delle relazioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, due dei maggiori produttori al mondo di petrolio, che aveva determinato l’aumento temporaneo dei prezzi, il pessimismo dei mercati ha avuto il sopravvento. Gli investitori non credono che l’Opec trovi un accordo per fissare i prezzi.
Ecco tre motivi che spiegano l’abbassamento dei prezzi:
1) L’Opec non trova un accordo per calmierare i prezzi
La rottura delle relazioni diplomatiche tra l’Iran e l’Arabia Saudita ha reso ancora più improbabile un accordo tra produttori concorrenti per stabilire un prezzo comune del petrolio e impedirne la svalutazione.
L’Iran si sta preparando per un grande ritorno sui mercati globali nel 2016 dopo anni di sanzioni, dopo l’accordo raggiunto sul nucleare con il gruppo dei 5+1. Questo determinerà una grande disponibilità di petrolio, a meno che l’Iran, l’Arabia Saudita e i produttori del Golfo non trovino un accordo per regolarne la produzione. Una prospettiva che per il momento non sembra plausibile.
A dicembre l’Opec ha rifiutato di tagliare la produzione per sostenere i prezzi.
2) I dati poco incoraggianti sull’economia cinese
Il settore dei servizi in Cina è cresciuto a un ritmo più debole del previsto nel mese di dicembre. Gli ultimi dati stanno alimentando le preoccupazioni sul rallentamento della domanda di petrolio in Cina, il più grande importatore al mondo.
La domanda cinese è di fondamentale importanza per i mercati petroliferi, che stanno già affrontando un eccesso di offerta. Gli analisti dell’Usb di recente hanno previsto che un altro crollo delle importazioni cinesi potrebbe portare il greggio statunitense a 25 dollari al barile.
3) La forza del dollaro
Il dollaro ha avuto un inizio di anno molto buono, sulla base di un forte rialzo registrato nel 2015. La valuta statunitense è andata meglio delle altre valute, il che è una cattiva notizia per il petrolio e per tutte le altre materie prime che hanno un prezzo in dollari.
Un dollaro più forte rende il greggio più caro per gli acquirenti esteri, che quindi tendono a comprarne di meno.
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