Inquina più un’automobile o un aereo?
Durante le vacanze invernali i viaggi in aereo registrano un picco. Secondo l’America’s bureau of transportation statistics, un anno fa il numero di chilometri percorsi a bordo degli aerei dei vettori nazionali sono aumentati del 10 per cento tra novembre e dicembre, per poi scendere del 16 per cento nei successivi due mesi. Se prenotate viaggi aerei per andare a trovare amici e familiari (o per motivi di lavoro, ma speriamo di no), dovete sentirvi in colpa per la quantità di anidride carbonica che contribuirete a riversare nell’atmosfera?
Dipende da che punto di vista considerate le vostre azioni: individuale o indicativo di quelle compiute dalla specie dannosa. In base al primo criterio, c’è una buona notizia: il danno ambientale provocato dagli spostamenti in aereo è parecchio inferiore rispetto a qualche decennio fa. Secondo una ricerca di Michael Sivak della University of Michigan e riportata anche da Mother Jones, in media la quantità di energia per chilometro consumata da ogni passeggero è scesa tra il 1970 e il 2000 del 74 per cento sui voli nazionali negli Stati Uniti.
In media un volo commerciale richiede metà del carburante necessario a far spostare una persona in automobile
Questo è dovuto in particolare a due motivi. In primo luogo, i costruttori di aerei sono ossessionati dall’obiettivo di rendere i loro velivoli più efficienti dal punto di vista dei consumi, e stanno in effetti facendo un buon lavoro. Aumentando la propulsione, riducendo la resistenza aerodinamica e il peso, hanno incrementato l’efficienza energetica dei nuovi aerei quasi del 50 per cento tra il 1968 e il 2014.
In secondo luogo, i voli sono più pieni che in passato. Stando ai dati del Bureau of transportation statistics, dal 2002 (in effetti non il migliore dei punti di riferimento, visto che le paure scatenate dopo l’11 settembre erano ancora vive, ma è l’anno da cui partono i dati) in media i voli sono passati dal 70 per cento all’85 per cento della capacità. Un numero maggiore di passeggeri significa una quantità inferiore di carburante consumato per singolo passeggero.
In aereo o in automobile?
Di conseguenza, secondo la ricerca della University of Michigan, in media un volo commerciale richiede metà del carburante necessario a far spostare una persona in automobile (anche gli spostamenti in auto sono diventati più efficienti, ma più lentamente rispetto a quelli in aereo). Naturalmente, nessuno vola per due soli chilometri. La media dei voli interni è di 914 miglia (circa 1.470 chilometri) – quasi cento volte più del tipico spostamento in auto. Dal momento che per i viaggi in automobile più lunghi di solito si utilizzano autostrade a scorrimento veloce mentre i voli più brevi consumano una proporzione maggiore di carburante per il decollo e l’atterraggio, spostarsi in automobile è più efficiente per tragitti tra i 480 e gli 800 chilometri.
I viaggiatori hanno contribuito ad annullare l’efficenza nel consumo di carburante volando molto più che in passato
Detto ciò, nel complesso i viaggiatori hanno contribuito ad annullare i miglioramenti nell’ambito dell’efficienza nel consumo di carburante volando molto più che in passato. Secondo il dipartimento statunitense dei trasporti, sulle rotte interne i passeggeri/chilometro sono aumentati da 31 miliardi nel 1960 a 565 miliardi nel 2010 – un incremento molto maggiore rispetto ai miglioramenti nell’efficienza dei consumi di carburante o all’abbassamento delle emissioni marginali per ogni passeggero.
Naturalmente non potete fare nulla per rimediare a ciò che fanno gli altri. E se vi sentite ancora in colpa per il vostro contributo alle emissioni, per quanto ridotte, potete sollevarvi l’umore acquistando compensazioni delle emissioni di anidride carbonica (carbon offset).
Secondo il calcolatore di compensazioni sul sito di ClimateCare, con 12,40 dollari si possono acquistare le compensazioni sufficienti a coprire un volo andata e ritorno da Los Angeles a New York. Il sistema delle compensazioni ha i suoi limiti. Non ultimo, il fatto che persegue esattamente il suo scopo: fare in modo che la gente si senta meno in colpa per azioni che danneggiano il pianeta. Per chi si preoccupa davvero c’è sempre il treno.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
Questo articolo di A.W. è apparso nel blog Gulliver dell’ Economist.